Con riferimento alla nota diffusa dal gruppo consiliare “Porano Conta” in risposta al nostro articolo di qualche giorno prima, non possiamo fare a meno di tornare sui temi in questione, perché riteniamo sia davvero inaccettabile assistere inerti ai tentativi di buttarla in confusione da parte di chi evidentemente è consapevole di stare difendendo qualcosa di indifendibile.
Purtroppo qui non si tratta del classico gioco delle parti o di divergenze di opinioni dovute alle rispettive appartenenze, bensì dello stato comatoso in cui Porano è ridotto da oltre dieci anni a questa parte, a causa di scelte dispendiose e scellerate delle amministrazioni comunali che lo hanno governato, che anziché sostenere opportunità di sviluppo sociale e economico (magari eco-sostenibili), sono state incentrate sulla svendita del patrimonio pubblico (dai mezzi meccanici allo scuolabus, passando per gli edifici), sull’assistenzialismo fine a se stesso, sulla mancanza di politiche in prospettiva (magari pensando ai più giovani) e sul disinteresse più totale per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali ed ambientali.
Non ci interessano le provocazioni di chi evidentemente deve rendere conto ai partiti che hanno portato il consenso necessario per governare anche a Porano (senza per altro raggiungere nemmeno il 50% dei consensi). Ciò nonostante, prima di procedere ulteriormente, l’occasione è gradita per ricordare a chi ci legge che l’unica “parte politica” cui apparteniamo è rappresentata dal 21% degli elettori poranesi che ci hanno sostenuto nel 2019 sulla base del programma che abbiamo presentato. Nel frattempo, continueremo a lavorare per convincerne sempre di più della bontà della nostra azione politica per il territorio, senza indugi sempre da una parte sola, in antitesi alle destre, loro si, xenofobe, omofobe, populiste e razziste.
Nel merito: nell’ultimo Consiglio Comunale (che ribadiamo è stato convocato su richiesta congiunta dei gruppi di opposizione, visto che l’amministrazione comunale non aveva nessuna urgenza di farlo), non si è affatto parlato di acqua pubblica, come furbescamente affermato dal gruppo consiliare “Porano Conta”. Se avessero voluto parlare realmente di ripubblicizzazione del servizio idrico, si sarebbero adoperati a tutti i livelli possibili per l’applicazione dell’esito referendario del Giugno 2011, con il quale la maggioranza degli italiani sancì che sull’acqua non si sarebbe potuto più fare profitto. Con l’abolizione della “adeguata remunerazione del capitale investito” non ci sarebbero stati più margini, finanza speculativa o business, e si sarebbe dovuto lavorare di conseguenza per un servizio efficiente a fronte di investimenti sulla rete tangibili, ad esempio per ridurre le perdite. Perché (cit.) (…) il diritto all’acqua potabile e sicura ed ai servizi igienici è un diritto umano essenziale al pieno godimento della vita e di tutti i diritti umani”.
Altresì, gli attori pubblici – in veste di ente locale, azionista delle società o ente regolatore – in questi dieci anni trascorsi dal referendum hanno continuato ad indossare gli abiti (e i comportamenti) del privato, continuando a scaricare sulle bollette dei cittadini i costi dei tanto sbandierati interventi sulle infrastrutture idriche.
Se ne facciano una ragione il Sindaco e la Giunta di Porano: non hanno alcun merito per lo stanziamento previsto dal Piano triennale degli investimenti del Servizio Idrico a favore del nostro Comune, e soprattutto avessero il buon cuore di dichiarare pubblicamente che anche questi investimenti verranno ripagati al gestore dagli utenti con le bollette sempre più care.
Da uno studio a livello nazionale del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua è’ stato calcolato che tra il 2010 e il 2019, (cit.) (…) le tariffe del servizio idrico a livello nazionle sono aumentate di oltre il 90% a fronte di un incremento del costo della vita del 15%, (…)”. E ancora: “Se analizziamo i bilanci delle quattro grandi multiutility quotate in Borsa che gestiscono anche l’acqua – A2a, Acea, Hera e Iren – rileviamo come tra il 2010 e il 2016 si è passati dal 58% dell’impatto degli investimenti sul margine operativo lordo al 40%. Evidentemente l’aumento degli investimenti assicurato non c’è stato. E di tutti gli utili prodotti da queste quattro società, oltre il 91% sono stati distribuiti come dividendi”.
In merito all’area cosiddetta “ex orto del prete”: ascoltare e leggere ancora oggi il Sindaco di Porano (che ribadiamo fu precedentemente per dieci anni Vice Sindaco, distratto a tal punto e per così tanto tempo da non vedere lo scempio che si compiva davanti ai suoi occhi) che esulta per l’obiettivo raggiunto (la vendita ad un privato!!!) avrebbe del tragicomico se non fossimo davanti ad una ferita ingiustificabile, inferta senza ritegno, alla bellezza e alla storia del nostro antico borgo.
Da par nostro (e siamo certi di scrivere in questo caso anche a nome di tanti poranesi non necessariamente nostri elettori), attendiamo con ansia di partecipare alla riunione pubblica di presentazione del progetto di riqualificazione dell’area cosiddetta “ex orto del prete”, visto che la maggioranza in Consiglio Comunale, pur avendo respinto la nostra mozione, si è impegnata ad inoltrare la richiesta da noi avanzata al nuovo proprietario, ritenendo che appunto spetti a quest’ultimo tale compito e non già (o non più) all’amministrazione comunale.
Il Comune di Porano ha sprecato un’occasione unica per entrare in possesso di quell’area ed elaborare progetti per restituirla alla popolazione con finalità pubbliche e sociali. I presupposti c’erano tutti; è mancata invece, e purtroppo non è una novità, una visione in prospettiva, che avrebbe consentito di muoversi nelle giuste direzioni per cercare le risorse necessarie. Si è scelta invece la strada più “facile” per avere sempre un capro espiatorio all’occorrenza, nelvano tentativo di dimostrare di non avere responsabilità.
Relativamente all’Info Point Turistico e alle relative competenze: fiduciosi di poter finalmente riscontrare la disponibilità delle attrezzature acquistate, e altrettanto fiduciosi di trovarle funzionanti, utilizzabili ed inventariate (ci sembrerebbe il minimo, dopo ben sette anni dall’ottenimento dei fondi per acquistarle e dal loro NON utilizzo per le finalità dichiarate) in questa sede ci limitiamo a ricordare la totale assenza delle amministrazioni comunali che hanno governato Porano negli ultimi 12 anni, da reali azioni di tutela e valorizzazione dei beni culturali ed ambientali che in tanti ci invidiano, a partire dalle Tombe Etrusche “Hescanas” e “Golini”.
Nel medesimo periodo, le uniche vere azioni intraprese per la promozione, la tutela e lo sviluppo culturale e turistico del territorio, alle quali si sono sempre affiancate attività formative e didattiche per studenti e docenti, sono state opera di un gruppo di lavoro di professionisti del settore, con il supporto dell’Associazione ACQUA (ente del terzo settore), in accordo con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, la Provincia di Terni e la Regione Umbria. Durante questo tangibile percorso, arricchito dal costante confronto tra tutti gli attori coinvolti, inclusa la popolazione locale, nel 2012 fu proposto di realizzare l’Ecomuseo del Paesaggio degli Etruschi; subito dopo, nonostante la normativa vigente in materia non lo ritenesse obbligatorio, nel tentativo di dare comunque una prospettiva all’ecomuseo anche oltre l’associazione, fu deciso di coinvolgere il Comune di Porano.
Di fatto, un regalo all’istituzione locale, affinché ne facesse tesoro. E invece, purtroppo, non sanno che farsene.
Quanto avvenuto negli anni successivi non ha dimostrato altro che l’incapacità degli amministratori di comprendere il reale valore di questo strumento, ben oltre gli aspetti strettamente turistici, nonostante le numerose definizioni ormai condivise a livello internazionale, e nonostante il fatto che grazie all’istituzione dell’ecomuseo il Comune di Porano abbia potuto beneficiare di risorse utili al recupero di un locale (l’attuale sede, precedentemente messo in vendita), funzionale all’ampliamento della biblioteca comunale, che altrimenti sarebbe stata nuovamente oggetto delle rimostranze della Regione Umbria, già verbalizzate, per i suoi evidenti limiti strutturali e di svolgimento delle attività.
Oggi, non ci resta che sperare nella buona volontà del gestore della sede dell’ecomuseo, visto che, seppur sollecitati, gli amministratori non riescono ad andare oltre alle ingerenze, magari dedicandosi ad una progettazione specifica. Per non parlare poi in questa sede (ci torneremo più avanti) della biblioteca comunale, che per preciso volere di chi amministra da troppi anni ha assunto le vesti e le forme di una ludoteca piuttosto che di una biblioteca vera e propria.
In merito all’adesione del Comune di Porano al Biodistretto del Lago di Bolsena: dopo aver ascoltato la risposta alla nostra interrogazione sulla diffusione di noccioleti nel territorio di Porano, confidiamo che tra gli aderenti al biodistretto, a partire dagli organi decisionali, vi siano prese di posizione decisamente più orientate alla tutela della biodiversità e della salute dei cittadini, piuttosto che ai benefici economici derivanti da colture intensive e agli interessi delle associazioni di categoria dei produttori. Nella nostra interrogazione non avevamo chiesto di impedire che sul territorio di Porano si coltivino noccioleti, bensì di porsi il problema delle modalità di tali coltivazioni e di tutelare la salute dei cittadini, se necessario anche con provvedimenti di divieto di sostanze universalmente riconosciute come potenzialmente cancerogene.
La risposta che ci è stata data, sia in termini di superfici attualmente occupate da tali colture, sia in termini di presa di posizione degli amministratori, anziché rasserenarci ha aggiunto altri elementi di preoccupazione al nostro ragionamento. Per tali ragioni, approfondiremo ulteriormente. Se non altro, nella risposta del gruppo consiliare “Porano conta” abbiamo riscontrato una smentita (ma non ci voleva poi tanto) di quanto affermato dal Vice Sindaco in Consiglio Comunale relativamente all’impossibilità di agire sul tema specifico da parte dell’ente locale.
In conclusione, nel ricordare al Sindaco di Porano che egli svolge durante il Consiglio Comunale di fatto anche le funzioni di Presidente del medesimo, e che come tale dovrebbe far rispettare, in base al regolamento, tempi e modalità degli interventi di tutti i componenti, inclusi quelli della giunta, rispediamo al mittente la provocazione sulla nostra presunta (cit.) “abitudine ai regimi autoritari”.
Abbiamo altresì l’abitudine di tacere quando parlano gli altri e pretendiamo che si faccia altrettanto durante i nostri interventi. Ci mancherebbe altro che ora prendessimo lezioni di democrazia da parte di chi ha ospitato saltuariamente sui propri canali social i (cit.) “romani saluti” di qualche sostenitore o finanche, in prima fila tra il pubblico durante la campagna elettorale, i rappresentanti di un noto gruppo dichiaratamente neofascista.
Gruppo Consiliare “Alternativa per Porano”.