Si deve partire dai nostri mille e più Comuni per ricostruire uno Stato che abbia la sovranità popolare ponendo al centro valori sociali, estetici, culturali. Per una nuova stagione politica, vista la crisi di rappresentanza, bisogna riappropriarsi dal basso della sovranità, della voglia di costruire il bene comune, incitando le menti su responsabilità individuale, solidarietà sociale, dignità delle persone.
Quanto sopra fa gli interessi delle generazioni future per un modello di sostenibilità. Insomma, una politica nuova che sostituisce l’inerzia delle amministrazioni o dei partiti per risolvere i problemi su scala comunitaria. Quindi nuovi riferimenti e nuovi obiettivi per una “democrazia integrata”. Il periodo precedente all’attuale ha prodotto degenerazioni politiche e parlamentari e gli italiani attendono un rinnovamento materiale e morale.
I deputati, infatti, sono manipolati dalle segreterie dei partiti non rispettando la verità sociale tradendo gli ideali della società stessa. Quindi primato della politica, ma con la necessità di conoscere e modificare la convivenza sociale partecipativa. La nuova forma di comunità deve essere concreta, visibile, né troppo grande, né troppo piccola, territorialmente definita e dotata di più poteri. Insomma concertazione di queste comunità che, così come sono oggi, agiscono autonomamente e senza concertazione, così da rafforzare la solidarietà tra persone. Il tempo è importante e la forza del popolo può fare la differenza. Il mondo di oggi ha bisogno di nuovi schemi, nuovi miti, di sognare, perchè la coscienza degli attuali politici ha perso vigore o si sono perduti. Viva la speranza, in fondo qualche eccezione c’è.