Nella Castellana del 1973, sesta edizione, figura tra gli iscritti, Attilio Broccolini, pilota perugino, poi destinato a diventare un habitué della corsa orvietana, con quattordici partecipazioni portate a termine regolarmente. Presenze che si susseguono, affidandosi a sei differenti tipi di macchine, con le quali sarà quattro volte primo, altrettante secondo e due volte terzo. Con la Simca R2 Gr. 2, salì per tre anni consecutivi sul gradino più alto del podio. A differenza dei colleghi, il prode Attilio aveva al seguito sempre la famiglia al completo, fissando la breve residenza orvietana al limite dei boschi prospicienti il percorso, dove veniva piazzata la tenda.
Un picnic prolungato, con la consorte al barbecue, la prole a godersi il sole e l’aria buona, il papà impegnato nei consueti su e giù per la salita, intramezzati dalle frequenti soste al box (!). Era facile trovarlo in tuta, mani grasse e attrezzi, la testa infilata nel cofano alzato. Era il vero esempio del fai- da -te motoristico, oggi sempre più in disuso. Del gruppo faceva parte, naturalmente, la piccola Deborah, già attenta e interessata all’hobby del padre. Purtroppo, anche le cose belle hanno una fine e quella di Attilio fu tra le più tragiche e dolorose.
Eravamo nel ’96 e, per motivi che solo lui avrebbe potuto spiegare, l’Honda Civic che guidava finì la sua corsa addosso a un terrapieno, causando danni irrimediabili al pilota. Debora, cresciuta e pilota anch’essa, fu tra le prime ad arrivare sul luogo dell’incidente. Il resto lo lasciamo immaginare. Nessuno avrebbe scommesso sul ritorno della figlia di Attilio, con casco e tuta alla Castellana di Orvieto.
Ma non fu così. La ragazza, poco oltre i venti anni all’epoca della tragedia, oggi signora Rossetti, moglie di Luca, bella persona e pilota anch’esso, decise che, il modo migliore per onorare la memoria del padre fosse continuare nelle sue frequentazioni alla salita orvietana. Non limitandosi a questa, ma proseguendo nell’alimentare l’innata passione gareggiando in tutta Italia, conquistando trofei e titoli nazionali, l’ultimo quest’anno, per consentirle, forse una tranquillità interiore. La famiglia è con lei, Martina, la figlia, esercita sulla mamma una marcatura stretta, quasi a proteggerla. Da circa quattro anni, la campionessa che vince le corse non lotta soltanto con il cronometro. Qualcosa alla tiroide prova a minare la donna e il pilota. Lei non ci sta. Combatte da leonessa qual è, ha vinto diverse battaglie, non ancora la guerra, ma guai a demordere.
Anima, a Perugia, l’Associazione “Avanti tutta”, nata da un’idea del compianto Leonardo Cenci, per favorire l’integrazione dei meno fortunati nello sport in particolare. Ha organizzato giornate all’Autodromo di Magione, “Sport Therapy Day”, mettendosi a disposizione, lei e altri piloti, per far vivere un momento diverso a giovani malati desiderosi di provare, per qualche ora, l’ebbrezza della velocità. A Orvieto, Deborah sta con la Castellana. Non è dentro l’Associazione, pur costiutendone un valore aggiunto. Risponde a tutte le chiamate, ha istituito il “Memorial Attilio Broccolini”, alla memoria del padre, assegnato, ogni anno, al pilota primo classificato nella classe dove corse la sua ultima Castellana il Papà. La Castellana contraccambia e sta con Deborah. Facciamolo tutti, salutandola, con un applauso, al passaggio il giorno della gara. (Roberto Pace)