VITERBO – Nella suggestiva location di Viterbo Sotterranea prosegue, fino al 3 ottobre, la Mostra “Colori e Simboli” dell’artista Angelo Russo. La rassegna si prefigge l’obiettivo di offrire ai visitatori un percorso ricco di fascino, con l’intento di farli entrare maggiormente a contatto con le proprie emozioni. Scendere infatti, metaforicamente sempre più in basso (la scelta della location sotterranea non è un caso), l’avvicinarsi all’inconscio e ai colori che si contrappongono allo scuro della roccia vulcanica, integrando i due opposti (luci ed ombre) che si rincorrono quasi danzando, pur nella monumentale staticità delle grotte, danno la cifra stilistica all’intera mostra.
L’opportunità, oltre all’evento culturale che offre ai visitatori la produzione pittorica di uno tra gli artisti più apprezzati della Tuscia, è anche quella di far conoscere ai visitatori le bellezze del nostro territorio, e la location di Viterbo Sotterranea situata nel cuore del centro storico fa da ulteriore volano all’evento. Nella mostra esposta anche l’immagine della Macchina di Santa Rosa “Sinfonia d’Archi” oltre ad un quadro dedicato al “Facchino di Santa Rosa” inerenti l’importante evento viterbese, tanto caro all’artista, che ricordiamo rientra nella Rete delle grandi macchine portate a spalla italiane e dal 2013 inserito nel Patrimonio orale e immateriale dell’umanità dell’UNESCO.
Il viterbese Angelo Russo è un artista poliedrico, conosciuto anche per aver ideato a fine millennio (1991/1997) una tra le Macchine di Santa Rosa più innovative e suggestive, sia per l forma che per i materiali utilizzati. Ha nella sua biografia una serie di importanti mostre d’arte visive, sia personali che collettive, che iniziano dal lontano 1975.
In occasione dell’evento in corso è stato stampato un ricco catalogo (David Ghaleb Editore) con le immagini a colori di tutte le opere (Fotografie F. Biganzoli), biografia dell’autore e vari commenti sulle opere stesse. Catalogo disponibile nel bookshop della mostra.
I quadri esposti principalmente su tela, alcuni su tavola, sono polimaterici di varie grandezze e proprio nel rispetto del percorso “emozionale” sono tutti corredati da didascalie. Nelle intenzioni dell’artista la mostra nasce con l’intento di comunicare un messaggio positivo: la vita va avanti nonostante tutto. Nel corso della storia troppe volte l’essere umano ha sperimentato disagi, catastrofi, significativi mutamenti dell’habitat o pandemie, riuscendo sempre ad uscirne e facendone tesoro pur nella tragicità degli eventi. Non è un caso che nella mostra ci sia più di una tela con l’immagine della farfalla, simbolo per antonomasia di trasformazione e rinascita essendo un animale che senza condizionamenti esterni passa dalla condizione di bruco a larva per diventare bellezza e leggerezza che si libra nell’aria, nei prati, tra i fiori.