ORVIETO – Tra una decina di giorni si torna in classe con tutte le incognite legate alla pandemia, ma se prendiamo solamente la questione dal suo lato strettamente didattico il ritorno a scuola segna il passaggio dal piacere al dovere, dalle vacanze estive alla quotidianità scolastica. Gianni Rodari è stato decisamente moderno in questo, capace di coniugare il lato favolistico e piacevole ai doveri didattici, e non solo, dei bambini.
Tra i massimi pedagogisti e autori di favole contemporanee, Rodari è stato celebrato giusto un anno fa in occasione dell’anniversario della sua nascita (1920(2020) e Orvieto è particolarmente legata allo scrittore ed educatore nativo di Omegna, in quanto all’interno della Biblioteca Comunale Luigi Fumi sorge il Centro Studi a lui dedicato. La vicenda del Centro Studi Rodari ha subito una sorte assai travagliata, trovando poi la giusta collocazione nel settembre 2019, chiuso poi a causa della pandemia ha riaperto le porte lo scorso maggio.
Da “Il libro delle filastrocche” (1951), passando per il “Romanzo di Cipollino” (1951), fino al classico “La grammatica della fantasia” (1972), senza dimenticare “La torta in cielo” (1966), diventato anche un film con Paolo Villaggio, la narrativa rodariana ha formato e accompagnato, e ci si augura che continui a farlo, diverse generazioni di bambini in età scolare.
Inoltre Orvieto gli ha reso omaggio in più occasioni, ad esempio con una la matineé teatrale al Mancinelli dedicata alle scuole, mettendo in scena “La Casa degli Errori” e inaugurando così il progetto #TeatroMemoria nel 2018.
Proprio qualche mese fa nell’ambito di ONE – Orvieto Notti d’Estate, è stato presentato il lavoro collettivo “E piovvero maestre”, realizzato da studenti delle scuole elementari e medie per un Concorso di Scrittura Creativa a cura del gruppo “Orvieto insieme per Rodari”. La scrittura così moderna e al tempo stesso semplice e diretta di Gianni Rodari resterà sempre un faro culturale e didattico in grado di illuminare la strada dell’apprendimento anche per le nuove generazioni (Valentino Saccà)