ORVIETO – Dopo undici giorni dall’inizio dell’anno scolastico, le scuole di Orvieto hanno già iniziato a fare i conti con le quarantene e le didattiche a distanza. La situazione è particolarmente seria alla scuola elementare di Ciconia dove risultano positivi sette bambini e un’insegnante con due classi in quarantena.
Stesso discorso per l’istituto comprensivo Orvieto-Baschi, dove al 24 settembre risultano positivi quattro bambini e due classi sono in quarantena, mentre una l’ha appena terminata. Questi dati ovviamente sono parziali e riguardano esclusivamente le scuole in quanto tali, non tengono conto degli eventuali positivi direttamente collegati ai bambini e all’insegnante, si rischia seriamente che nei prossimi giorni il numero di contagiati dal Covid possa aumentare.

Ora, sicuramente i vaccini faranno il loro dovere con gli adulti e i ragazzi, di certo nelle classi elementari e medie non si può ancora farci affidamento, visto che per gli under 12 non è stato ancora approntato un protocollo. Fuor di polemica, occorre seriamente valutare l’impatto pressoché nullo del Green Pass per tenere i ragazzi in classe, numeri alla mano, la differenza con lo scorso anno non si è ancora vista.
Al di là dei proclami sotto l’ombrellone di ministri e sottosegretari, l’aver deciso di obbligare gli insegnanti a vaccinarsi è risultato conveniente solo agli insegnanti stessi e alla loro salute, non certo ad evitare la DAD. Era facilmente prevedibile che un provvedimento propagandistico come quello del 6 agosto scorso a proposito della vaccinazione obbligatoria dei docenti, pena la loro immediata sospensione dal servizio, non avrebbe cavato un ragno dal buco.
Il Green Pass non è uno strumento sanitario e da solo serve a ben poco, almeno in questi casi. Invece di procedere con uno screening di massa verso i bambini e i ragazzi nei giorni precedenti l’inizio dell’anno scolastico, si è preferito adottare un provvedimento fine a sé stesso, privo di qualsiasi logica, visto che non si capisce bene come possa il solo docente vaccinato far da argine alla didattica a distanza: la situazione della primaria di Ciconia ne è l’esempio più lampante e scontato, anche il più prevedibile. I vaccini sono utili e salveranno migliaia di vite umane, questo è fuor di dubbio, quello che non si è compreso per la scuola, è che sarebbe occorso un monitoraggio costante e continuo verso i bambini e ragazzi fino ai 12 anni. Se dopo il primo giorno di scuola una classe stava già in quarantena, significa che tamponi a tappeto per quei ragazzi nei giorni precedenti, avrebbero evitato quel risultato.
Ben oltre i proclami fatti da questo governo, che in molti hanno definito dei migliori, i problemi della scuola rimangono tutti, dal sovraffollamento delle classi alla carenza di aule e di insegnanti. Come sempre accade in Italia, si è voluto esporre al pubblico ludibrio una categoria, per coprire problemi ben più vasti che restano irrisolti. Con buona pace della povera Lucia Azzolina, messa alla berlina lo scorso anno, il governo Draghi sta continuando ad acquistare i famosi banchi con le rotelle, solo che a nessuno viene in mente di sbeffeggiare l’ex affarista di Goldman Sachs, tantomeno di chiedergli conto del fallimento, finora, del Green Pass quale strumento per salvare la scuola in questo anno scolastico. (GabMar)
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