ORVIETO – “Lo strano caso del maestro di violino” (Newton Compton Editori) è il sesto giallo con protagonista la corpulenta e acuta Adalgisa Calligaris commissario di Rivorosso Umbro, creata da Alessandra Carnevali.

Questa nuova avventura segue pedissequamente tutti i topoi richiesti dalla giallistica classica: omicidi misteriosi, false piste, segreti inconfessabili, mescolandoli ai perenni cliché umoristici che la scrittrice orvietana ha ormai assunto puntualmente all’interno del proprio stile.
Se solitamente lo scandaglio umano-psicologico dei personaggi era quasi esclusivamente riservato alla protagonista Adalgisa e al suo consorte Gualtiero, qui troviamo invece il carattere dell’ispettore Matteo Corvo (sorta di diversione del Mimì Augello di Camilleri) assumere una profondità inedita rispetto alle precedenti storie, infatti lo vediamo fragile davanti al riaffacciarsi di un amore passato.

Detto questo l’intreccio giallo-poliziesco assume sfumature più torbide del solito, sciogliendo in fine gli snodi della vicenda con una confessione legata a un trauma infantile decisamente inquietante. Oltre questo twist finale, “Lo strano caso del maestro di violino” porta a galla il lato più oscuro della campagna umbra, dove la natura operosa e quieta può improvvisamente diventare letale.

Inoltre la Carnevali mostra una certa passione per la musica classica e operistica, intessendo l’arcano della vicenda proprio partendo da una misteriosa partitura e da un sogno evocativo che riguarda anche Giuseppe Verdi. L’autrice continua a raccontare la realtà che meglio conosce, quella umbra (e nello specifico orvietana), riuscendo però a farne una copia non conforme alla realtà, creando così una dimensione sospesa e immaginifica in cui il bozzetto popolare e la sottile e insinuante natura terrifica viaggiano decisamente a braccetto. (Valentino Saccà)








