ORVIETO – La basilica cattedrale di Santa Maria Assunta, meglio nota come Duomo è sicuramente il simbolo universalmente conosciuto che identifica la città di Orvieto. Realizzato da diversi architetti tra cui Lorenzo Maitani e presumibilmente Arnolfo di Cambio, con l’intervento di Ippolito Scalza per le guglie, ma è bene anche annoverare all’interno dell’operato anche lo scultore, illustratore e scrittore siciliano Emilio Greco.
Emilio Greco nativo di Catania ha sempre mantenuto ferma , sia nel suo operato di scultore che di scrittore, l’immagine di una Sicilia antica dal sapore greco-romano. Infatti, l’ispirazione originaria di Emilio Greco ha tratto un impulso dal ricordo di una Sicilia arcaica, “limpida nella sua bellezza – ha rilevato lo scrittore Lawrence, citato nella monografia greghiana di Sciascia – così vicina alla bellezza fisica dell’antica Grecia”, ma senza trascurare la resa euritmica di una terra, la Sicilia, da sempre palpitante e pregna di calore sensuale, per cui il suo ricordo ricompone ad unità crescente tra memoria e realtà, il turgore di quei “grappoli enormi di uva nera”, scrive Greco del suo pergolato. 1)
All’interno della sua bibliografia si stagliano titoli evocativi come “Racconti siciliani“, scritto insieme a Leonardo Sciascia (Le mete, n. 4, Urbino, Istituto Statale d’Arte del Libro , 1966), “L’oro antico delle vigne” (prefazione di Giacinto Spagnoletti Roma, 1978) e “Lo Jonio corrusco di vento” (Catania-Roma, ASPA, 1980).
Dopo aver ottenuto un grande successo come scultore nel 1956, realizzando il monumento Pinocchio e la Fatina per il Paese di Collodi, parco dedicato alla celebre fiaba, nel 1970 accetta l’incarico di rifare le porte della cattedrale di Orvieto. Le nuove porte bronzee furono realizzate presso una fonderia di Pistoia e arrivarono a Orvieto nell’agosto del 1964, venendo apprezzate anche da papa Paolo VI in visita pastorale alla città della rupe.
Occorsero tuttavia ben sei anni perché l’opera potesse trovare la collocazione stabilita, in quanto si era nel frattempo scatenata, a livello nazionale, una violenta bagarre sull’opportunità o meno della sostituzione delle porte del Duomo. Senza esclusione di colpi, si raffrontavano e si schieravano, come sostenitori o denigratori, eccelse personalità del mondo della cultura e dell’arte. La polemica esulava, in realtà, dal giudizio estetico sull’opera realizzata da Emilio Greco, e si basava piuttosto sulla conservazione e sul rispetto del ciclo storico del monumento: si discuteva, fondamentalmente, su come e quando il ciclo dovesse considerarsi chiuso e completo, tanto da dover escludere aggiunte o interferenze. 2)
Il tema neotestamentario della misericordia è al centro dell’opera orvietana di Greco, il quale si concretizza in varie azioni misericordiose riprodotte sul bronzo come dar da bere agli assetati, vestire gli ignudi..
A fianco del Duomo presso Palazzo Soliano viene ospitata una collezione di Emilio Greco che conta ben 32 sculture in bronzo, 60 opere grafiche tra disegni, litografie e acqueforti. (Valentino Saccà)
NOTE: 1)nuoveedizionibohemien.it 2) inorvieto.it