di Giuliano Santelli
Cara Barbara, Caro Matteo,
Sono passati 5 anni da quella tragica notte di Amatrice. Cinque lunghi anni, nei quali il dolore di avervi perso ha portato via anche Enzo e Franca Marinelli.
Franco, Fernanda, Marco e Chiara Gianlorenzi, insieme a tanti cittadini e cittadine di Orvieto vi ricordano aiutando gruppi e associazioni, istituzioni, scuole, protezione civile attraverso l’Associazione 3.36 a voi dedicata.
Un modo per sentirvi vivi, per sentirci utili a qualcosa per qualcuno, affinché questo dolore si possa in qualche modo lenire. Molto presto si spera, superando ostacoli burocratici, di poter dare attuazione a quella proposta unitaria del Consiglio Comunale di Orvieto di dedicarvi un giardino, uno spazio verde, un luogo dove pensarvi, immaginarvi in quella felicità portata via in una notte d’estate.
Io che scrivo queste parole non riesco ancora a superare quel senso di angoscia, quella speranza spezzata in giorni nei quali pensavamo di trovarvi ancora. Quei momenti di concitazione e di speranza che ci tenevano in contatto con Marco, Chiara e Franco, con Gian Paolo che stava ad Amatrice con Voi, con Cristina Croce, con le ragazze dell’ufficio di cittadinanza con me, Mario, Anna, i dirigenti del Comune che avevano fatto della Sala Operativa della protezione civile un vero e proprio call-center in contatto con Prefetture, Ospedali, il DNPC, nella spasmodica ricerca di notizie di informazioni. Poi quella speranza spezzata, la notizia del vostro ritrovamento.
La Città che si chiudeva nel dolore, come per abbracciarvi. Quella marea di popolo per l’ultimo saluto in Duomo stracolmo. Vedete cari Barbara e Matteo, sono cinque anni che Marco, Franca, Fernanda, Chiara, i vostri più stretti parenti, i tanti tantissimi amici, tanti cittadini e cittadine, chiedono ora Giustizia e Verità.
Giustizia per quel Hotel Roma addirittura classificato come luogo sicuro in caso di terremoto e caduto giù come un castello di carta. Verità sulle responsabilità, su un percorso giudiziario che sembra non avere fine.
Tutto questo non vi riporterà da noi, ma verità e giustizia sono il perno di uno stato democratico.
Possiamo ancora crederci? O insieme a Voi andrà persa anche questa idea di uno stato di diritto e una giustizia che non arriva mai a dare sentenze sulle responsabilità di chi ha causato tante morti? Il terremoto non uccide, uccidono gli uomini che autorizzano a costruire i tanti hotel Roma, i tanti edifici caduti come castelli di carta.