In questi giorni, con la diffusione del nuovo Rapporto sul clima dell’IPCC, il panel intergovernativo di esperti scientifici che opera sotto l’egida dell’ONU e monitora da molti anni i cambiamenti climatici, si sta diffondendo come mai prima d’ora l’allarme per la salute della Terra.
La situazione che emerge appare, invero, drammatica e i dati indicano inequivocabilmente che molti dei fenomeni negativi osservati nel clima sono senza precedenti da migliaia di anni. Alcuni di questi, già conclamati ed in atto come l’innalzamento dei mari, appaiono irreversibili per centinaia o migliaia di anni.Tutto ciò rende ancor più chiaro che questa è la vera emergenza mondiale e come tale impone decisioni concordi, molte già individuate, e soprattutto azioni rapide e vaste a livello planetario per ottenere forti e durature riduzioni delle emissioni di anidride carbonica (CO2) e di altri gas serra.
Questo è l’unico modo per tentare di limitare il cambiamento climatico nel medio lungo periodo. Perché serve consapevolezza del fatto che anche se i benefici per la qualità dell’aria potranno arrivare rapidamente, necessiteranno tuttavia almeno 20-30 anni prima che le temperature globali si stabilizzino.
Un altro aspetto del Rapporto IPPC che sta destando grande preoccupazione riguarda il fatto comprovato che ogni regione della Terra è ormai colpita dagli effetti del cambiamento climatico. Se avverrà il temuto innalzamento delle temperature di 1,5°C ci saranno ondate di calore crescenti, stagioni calde più lunghe e stagioni fredde più brevi. Se poi, in mancanza di interventi correttivi, il riscaldamento globale fosse di 2°C, gli estremi di calore raggiungerebbero soglie di tolleranza critiche con conseguenze catastrofiche per l’agricoltura e la stessa salute umana. Occorre dunque che tutti, nessuno escluso ed in ogni parte del mondo, si facciamo carico del problema e ciascuno adotti e metta in atto comportamenti utili per cambiare la situazione. Questo riguarda anche ed in misura non marginale gli agricoltori.
Da questo punto di vista la Basalti Orvieto ritiene di poter fornire un valido contributo, grazie a prodotti e tecniche appositamente sviluppate per un’agricoltura sostenibile e rigenerativa.
Abbiamo già parlato su queste colonne di come i prodotti innovativi, della gamma Farina di Basalto® (https://orvietosi.it/2021/05/come-riparare-il-suolo-agricolo-e-preservarne-la-fertilita-limpegno-della-basalti-orvieto-srl/) siano una soluzione efficace per il mantenimento ed il recupero dei necessari livelli di fertilità dei suoli agricoli, allo scopo di preservarne le condizioni idonee ed equilibrate per le colture o addirittura riportarli ad essere utilizzabili per la coltivazione. In quell’occasione è stato spiegato come l’azienda offra una soluzione completa per l’agricoltura, dando un importante contributo alla riduzione dell’uso di sostanze di sintesi.
Un tema prioritario è in effetti quello della remineralizzazione dei terreni ottenuta grazie alla tecnica “Hand On Soil” con l’impiego congiunto di Farina di Basalto® di granulometria fine o media e Preparati Microbici FP che aumentano l’attività microbica del suolo e permettono di migliorare la struttura dei terreni agricoli incrementandone la stabilità e facilitando l’estrazione dei nutrienti contenuti nel basalto, rendendoli così più disponibili per le piante. Pertanto, l’arricchimento ed il rispetto del naturale equilibrio vitale nel suolo fa di questi prodotti a marchio Farina di Basalto®, utilizzati tramite le opportune tecniche agronomiche, delle risorse specifiche per tutti i suoli, specialmente quelli stanchi o esauriti da colture intensive, aumentando la fertilità sia a livello minerale che organico e promuovendo, negli orizzonti esplorabili dalle radici, la formazione di acidi umici ad alto contenuto di micro e macro elementi.
Accanto alla funzione diretta come corroborante e biostimolante, la Farina di Basalto® dimostra di possedere un ulteriore potenziale beneficio grazie all’azione di “carbon capture”.
Le ricerche che si stanno conducendo insieme all’Università della Tuscia ed altre istituzioni in merito agli effetti dell’utilizzo della roccia basaltica, infatti, danno significativa evidenza di come il basalto micronizzato immesso nel suolo possa esplicare una fondamentale azione di fissazione della CO2 atmosferica con formazione di carbonati. Inoltre anche i trattamenti fogliari con Farina di Basalto® extra fine, inducendo processi di stimolo della fotosintesi, con il conseguente maggiore sviluppo vegetativo, determinano l’aumento di produzione di biomassa, altra via per il sequestro dell’anidride carbonica.
La cattura dell’anidride carbonica diviene dunque, in prospettiva immediata, un’attività strategica per le aziende agricole in considerazione del fatto che le politiche europee di mitigazione delle emissioni dei gas ad effetto serra, generati principalmente dei settori industriali e civili (trasporti, energia, ecc.) puntano proprio sul settore primario per il compito di toglierle dall’atmosfera.
E questo sta dando vita ad un vero e proprio sistema di “crediti di carbonio” che le aziende agricole potranno negoziare sull’apposito mercato (V. https://agronotizie.imagelinenetwork.com/agricoltura-economia-politica/2021/07/14/carbon-credits-agricoli-verso-la-costituzione-di-un-mercato-ue/71060).
Ecco in sintesi dimostrato come anche l’innovazione realizzata da una PMI, che però fa della ricerca, sviluppo il suo principale filo conduttore, può contribuire all’azione globale per mitigare i cambiamenti climatici, mettendo a disposizione prodotti e tecniche agronomiche sostenibili e realmente efficaci.
Per approfondimenti:
www.farinadibasalto.it/portfolio/farina-di-basalto-e-tecnica-hand-on-soil-rigenerare-i-terreni-agricoli