Un visionario che ha cambiato il mondo con la forza di piccoli passi. Franco Basaglia è uno di quegli eroi ‘silenziosi’ che con pacatezza, umiltà, ma soprattutto con la forza delle proprie azioni fu protagonista di una grande rivoluzione. Commossa e impressionata dalla lettura della graphic novel “Basaglia. Il dottore dei matti” scritto da Andrea Laprovitera e illustrato da Armando ‘Miron’ Polacco (ed. Becco Giallo) ho voluto saperne di più chiedendo a chi Basaglia lo conosce bene, la docente di Filosofia e Scienze Umane Antonella Rellini. Ne è nata una bella intervista su Basaglia e su come, grazie a lui, i pazienti dei ‘manicomi’ abbiano riacquistato la propria dignità di persona e la libertà individuale.
Chi è per te Franco Basaglia?
Franco Basaglia, noto psichiatra e docente universitario, è stato, a mio avviso, uno dei più grandi “visionari” del Novecento: la sua opera rivoluzionaria ha traghettato l’umanità verso nuovi orizzonti, più umani e rispettosi della propria e altrui persona; ha cambiato la prospettiva, con coraggio e perseveranza, introducendo una nuova metodologia in ambito psichiatrico, innescando un vorticoso passaggio dall’ “esclusione” all’ “inclusione”, restituendo dignità di persone ai malati di mente, non più ritenuti ingiustamente, disumanamente e riduttivamente “matti” da rinchiudere, isolare e contenere.
Mi ha colpito molto la parola “visionario”: in che senso la società italiana ha beneficiato della sua attività?
Grazie a lui e a tutti coloro che seguirono le sue orme in Italia sappiamo che le cose hanno iniziato a poco a poco a cambiare realmente, tra gli anni Sessanta e Settanta del Novecento. Il Manicomio, vera e propria “istituzione totale” per usare la terminologia del sociologo Erving Goffman, aprì progressivamente le sue porte e i reparti furono riorganizzati, perché l’ospedale psichiatrico così com’era concepito fino ad allora, non riusciva a “curare” i pazienti, ma, producendo malattia, la “peggiorava”, annientando la loro persona unica e originale, disumanizzandoli … Furono soppresse, ad esempio, le terapie shock e le forme di contenzione fisica, si favorirono le uscite in città, si permise una cosa semplice come scegliere i propri abiti, piuttosto che indossare “divise omologanti”… È stata una progressiva “riconquista” della libertà personale, diritto imprescindibile in una società democratica.
Come possiamo renderci conto di quello che succedeva una volta che un individuo veniva internato in un manicomio?
Potrei suggerire, per approfondire un argomento così importante e delicato, ma spesso poco conosciuto soprattutto dai più giovani, e per rendersi conto di quello che significava essere dichiarati “matti” e “internati” in un manicomio prima di Basaglia, ( … e bastava poco per essere così considerati …) una visita al Museo Laboratorio della Mente di Roma, collocato nell’ex-manicomio “Santa Maria della Pietà”, dove attraverso un percorso immersivo che oscilla tra reale e virtuale il visitatore non solo può conoscere, ma anche condividere empaticamente la storia di vita e l’esperienza degli “ex-pazienti” della struttura. E poi approfondire attraverso letture e documentari che possano aprirci gli occhi su questo tema sempre attuale.
Così l’ultima pagina della graphic novel è stata ben lontana dal segnare per me la fine di questa storia. Ha aperto i miei occhi su un mondo diverso e sconosciuto, quello dei manicomi e dei malati psichiatrici e di quanto questo dottore visionario abbia portato umanità e dignità in luoghi spesso dimenticati e emarginati da tutti.
‘Basaglia. Il dottore dei matti’ è una lettura che consiglio a tutti per la capacità di emozionare, commuovere e soprattutto di farci rendere consapevoli della grandezza di questa figura. (Valeria Cioccolo)