“Le piccole e medie imprese ..impiegano l’82% dei lavoratori italiani (ben oltre la media UE) e rappresentano il 92% delle imprese attive. Secondo Prometeia, nel 2017 si contavano in Italia 5,3 milioni di PMI che davano occupazione ad oltre 15 milioni di persone e generavano un fatturato complessivo di 2.000 miliardi di euro .” (Il sole 24 ore, 10 luglio 2019).
L’autorevole quotidiano finanziario ci ricorda cosi’ come il tessuto connettivo economico italiano sia basato sul sistema della piccola e media impresa, con prevalenza della prima sulla seconda, dando lavoro a circa la meta’ della popolazione attiva ricompresa tra i 18 ed i 65 anni ( dati ISTAT 2021 ).
Appare pertanto chiaro come tale straordinaria e diffusa risorsa imprenditoriale debba essere oggetto di primaria attenzione da parte di Governo ed istituzioni pubbliche in genere stante l’elevato oggettivo valore aggiunto in termini economico occupazionali e di tenuta sociale.
Mario Monti, gia’ Presidente del Consiglio , senatore a vita, e Presidente dll’Universita’ Bocconi di Milano e quindi potente influencer politico -accademico, reputa al contrario che “ per molte attivita’ (piccole imprese ) sarebbe meglio che lo Stato ne favorisse la ristrutturazione o la chiusura, con il necessario accompagnamento sociale, per destinare le risorse ad attivita’ che si sviluppano invece che a quelle che purtroppo non avranno domani.”
Piu’ di recente, solo nel maggio di quest’anno, il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, influencer istituzionale dell’intero sistema bancario, ha affermato che il numero estremamente elevato delle micro imprese italiane sarebbe “la causa principale della fragilita’ del sistema produttivo “ aprendo cosi’ all’oligopolio della grande impresa.
Queste prese di posizioni, surreali piu’ che suggestive, costituiscono un gancio in mezzo al cielo per un sistema bancario obsoleto, in marcata criticita’ , che trova piu’ opportuno investire in produzioni finanziarie che in impresa, specie se piccola, incapace di andare oltre e rinnovarsi, costruendo trincee ogni giorno piu’ profonde tra economia e paese reale e capitalismo finanziario recintato ed inscalfibile, a tutela di supposti propri ed esclusivi interessi, estranei e diversi al mondo produttivo cosi’ come definitosi,in adesione alle teorie Monti/Visco le quali, se applicate , condurrebbero ad una disoccupazione massiva atteso che, una volta esauritosi il supposto “effetto accompagnatorio” rischieremmo folle vaganti del quadro cinematografico di John Ford in Furore
Questi irresponsabili fautori di catastrofi sociali, reggono pero’ Universita’ e Banche senza che, salva qualche dignitosa voce di protesta , le istituzioni nazionali e locali aprano quanto meno un fronte di dibattitto e discussione invece di trincerarsi dietro i soli affanni della banale quotidianita’ dell’ordinaria amministrazione, guardando il dito e non la luna,, atteso che il clima eutanasiaco ed anzi omicida Monti Visco ammorba l’aria alla stregua della pandemia da covid e con prospettive di morte aziendale per desertificazione d’impresa piu catastrofiche dello stesso virus. Si aprano dunque ed ovunque, nelle istituzioni, nelle scuole, nei luoghi di lavoro, nei bar, tavoli partecipati su questi argomenti, sulle politiche del credito e di sostegno all’impresa ed all’occupazione, per una societa’ economica equa e solidale , moderna ,a capitalismo perimetrato.
Stefano Moretti Dottore Commercialista