ORVIETO – Di nobili origini orvietane il conte Luigi Fumi è stato storico e archivista, rinnovando la metodologia archivistica persino a Milano. Si è a lungo dedicato alla ricerca storica di varie città dell’Umbria e in particolar modo della sua città natale, Orvieto, occupandosi in particolar modo allo studio della cattedrale cittadina, sia dal punto di vista paleografico che diplomatista.
Iniziò la sua carriera di archivista a pochi anni di distanza dall’unificazione d’Italia e precisamente nel 1876, diventando persino prefetto dell’Archivio storico municipale di Orvieto e successivamente lavorò anche agli archivi di Siena, Mantova, Roma, Lucca. Infine giunse a Milano dove dal 1907 al 1920 ricoprì il prestigioso incarico di direttore dell’Archivio di Stato meneghino e per i suoi meriti ricevette il titolo comitale da parte del Papa Leone XIII°. Durante il suo periodo milanese, Luigi Fumi mise in atto una riforma radicale sia per quanto riguarda la concezione della scienza archivistica, ancora derivativa del metodo Peroni, che per una riforma dell’insegnamento della Scuola di archivistica, paleografia e diplomatica milanese modernizzandone il curriculum studiorum.
Come strumento di diffusione delle nuove idee che Fumi intendeva far circolare nell’ambiente archivistico milanese, fu pubblicato l’Annuario del Regio archivio di Stato in Milano dal 1911 al 1919 e che pubblicava anche le Prolusioni accademiche del Vittani rivolte agli studenti della Scuola ad ogni inizio dell’anno accademico (1). Infine, il Fumi tentò anche dal punto di vista pratico di riportare gli antichi fondi dell’ASMi scomposti da Peroni alla situazione precedente (tipo il Fondo di Religione), ma il tempo, l’enorme mole di documenti da inventariare e classificare nuovamente non permise l’attuazione di questo progetto [2].
La memoria di Luigi Fumi oggi splende a Orvieto nella struttura della preziosa e ricca Biblioteca Comunale a lui dedicata. Dopo una vita spesa allo studio e alla catalogazione di testi, la sua memoria riposta in pace in mezzo alla cultura nel centro della sua città. (Valentino Saccà)
Fonti: 1) Wikipedia – nota in Raponi, pp. 323-324; p. 328. 2)Wikipedia – nota in Osimo, pp. 89-90.