L’unica virtù rivoluzionaria è la cultura che dona alle persone il vero potere. Purtroppo siamo in assenza di una vera scuola di politica, di cultura, di educazione civica. Partendo dalle nostre comunità si può ricostruire una identità e sovranità popolare per una democrazia integrata. Quanto sopra ci ridà la possibilità di riappropiarci del bene comune attraverso la solidarietà sociale, la dignità delle persone e l’interesse delle generazioni future. Una società a misura d’uomo è quella di una politica nuova in cui le sane forze di una società si sostituiscono alla inerzia delle amministrazioni.
Principi ispiratori sono modifica delle norme di convivenza e le modalità partecipative escludendo protagonismi autoreferenziali o salto delle formalità.La nostra società fondata su centinaia di circondari, diocesi, province e comuni che hanno una loro peculiarità sì, ma ripetitiva nel tempo, potrebbero essere riconvertite ad una civile unità di intenti e di programmazione con la conseguenza che sarebbe rinnovata la unità della nazione. Quindi al centro del dibattito scienza, arte, scuola, ambiente per ridare dignità alla vita umana e per far si che ognuno si senta di far parte di un unico corpo.
Così il cammino di una comunità di giovani dal basso può dare risorse e idee per la nostra anima, lo spirito, l’ambiente verso un futuro migliore. L’intensità di far vivere queste cose sarà la chiave per raggiunger un nuovo modo di interrelazione sociale e quindi politica. Non rifiutando la scala che permette ad ognuno di salire più in alto (il tempio) ma non bisogna confondere il mezzo (la scala) con il tempio stesso. Non rischiamo un rapida involuzione ,ovvero una democrazia senza i partiti, ma ridisegnamo la società come se partissimo dagli albori.