ORVIETO – Le bellezze monumentali e urbanistiche in genere che rendono da sempre Orvieto un gioiello d’Italia hanno sovente affascinato e ispirato registi, scrittori e poeti anche non autoctoni. E’ il caso di Giorgio Scerbanenco noto scrittore e giornalista italiano di origine ucraina, il quale arrivato a Milano all’età di 16 anni iniziò, dopo aver svolto diversi mestieri, ad intraprendere la carriera giornalistica. Dopo un periodo alla Rizzoli come redattore, nel 1937 assunse l’incarico di caporedattore dei periodici Mondadori, incarico che mantenne fino al 1939.
La sua fama di scrittore resta fortemente legata al genere giallo-poliziesco in cui ha sempre dato il meglio, ma è bene ricordare la sua capacità di attraversare i generi letterari con grande abilità e disinvoltura passando dal western alla fantascienza compreso il romanzo rosa. La sua produzione poliziesca da sempre tende a sbugiardare l’immagine radiosa e vincente dell’Italia baciata dal boom economico degli anni 60, Scerbanenco raccontava il lato marcio, violento e corrotto che si agitava sotto la patina dorata di quell’epoca.
Spesso i suoi romanzi sono ambientati a Milano, sua città di adozione, come la saga dedicata al detective Duca Lamberti, oppure la raccolta di racconti “Milano calibro 9”.
Ma all’interno della sua nutrita bibliografia spunta un giallo anomalo e bizzarro, uscito postumo nel 1971 (Scerbanenco morì nel 1969), “Ladro contro assassino”, dove la città di Orvieto si fa sfondo affascinante ma anche inquietante perchè funziona come silenzioso spettatore di un delitto.La storia si apre a Milano ma poi entra in scena Orvieto con il suo fascino antico e misterioso quale meta di una gita turistica di due fidanzati e a un certo punto proprio davanti alla cattedrale si consuma un omicidio. Scerbanenco in queste pagine è in grado di catturare l’attenzione del lettore attraverso descrizioni fascinose sulla città della Rupe per poi farvi entrare improvvisamente la morte in contrapposizione allo scenario sacro che vi si staglia davanti, il Duomo di Orvieto, la basilica cattedrale di Santa Maria Assunta diventa il punto di partenza di questo intrigante racconto giallo. (Valentino Saccà)