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Home Cronaca

Al CSCO Corso di Alta Formazione su “La sicurezza e la conservazione: nuove tecnologie e metodiche per il corretto intervento sul patrimonio edilizio esistente”

Redazione by Redazione
17 Luglio 2021
in Cronaca, Secondarie, Archivio notizie
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ORVIETO – Ha preso il via nell’Aula del Dialogo della Fondazione per il Centro Studi Città di Orvieto a Palazzo Negroni, il corso di alta formazione su  “La sicurezza e la conservazione: nuove tecnologie e metodiche per il corretto intervento sul patrimonio edilizio esistente” organizzato dall’Associazione Italiana Recupero e Consolidamento Costruzioni (Ass.I.R.C.Co.) in collaborazione con l’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, l’Ordine degli Ingegneri ed il Collegio dei Geometri e Geometri Laureati della Provincia di Terni, con i patrocini del Comune di Orvieto, dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Viterbo e dei Collegi dei Geometri delle Province di Perugia e Viterbo.
L’Ass.I.R.C.Co. è un importante sodalizio scientifico con sede a Roma, fondato nel 1977 dall’Arch. Paolo Rocchi, professore ordinario di Consolidamento degli edifici storici presso “La Sapienza” Università di Roma, membro esperto del Comitato Superiore dei Lavori Pubblici e membro del Comitato Tecnico Scientifico per i Beni Ambientali e Architettonici del Ministero della Cultura.
La lezione introduttiva è stata svolta del Prof. Arch. Mario Docci, presidente dell’Ass.I.R.C.Co e già preside della Facoltà di Architettura de “La Sapienza” Università di Roma, che ha trattato di “Nuove tecnologie di rilevamento per il restauro e consolidamento degli edifici storici, dal laser scanner alla fotomodellazione”. 
Hanno fatto seguito gli interventi della Prof.ssa Arch. Tatiana Kirova (Politecnico di Torino) su “La conoscenza integrata per la qualità del restauro”, dell’Ing. Francesca Palluzzi e di Massimo Marcellini (Hilti S.p.A.) su “Aspetti applicativi delle metodologie innovative per il miglioramento/adeguamento sismico di edifici esistenti” e dell’Ing. Giovanni Cangi (CNR – Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale), su “Diagnostica speditiva attraverso la lettura meccanica di archi e volte”.
La sessione pomeridiana è stata aperta dalla relazione dell’Ing. Eduardo Caliano (direttore ISTEMI S.r.l.) su “La tutela attiva del patrimonio architettonico tra anamnesi e diagnosi”, alla quale si sono succedute, rispettivamente, quelle dell’Arch. Maurizio Damiani (Soprintendenza ABAP Umbria) su “Diagnostica innovativa, intervento tradizionale”, di Francesca Mazzarella (Ponte Giulio S.p.A.) su “L’accessibilità quale elemento di qualità degli spazi urbani e degli edifici”, dell’Ing. Daniele Berlanda (LAYHER S.p.A.) su “Il sistema multidirezionale nella messa in sicurezza /recupero di edifici post-sisma”. L’intervento conclusivo della sessione pomeridiana è affidato all’Ing. Alessandro De Maria (Servizio Rischio Sismico della Regione Umbria) con una relazione su “Comportamento in zona sismica di costruzioni murarie esistenti. Metodo di valutazione IQM per la qualità muraria” e “Edifici esistenti in muratura e loro cinematismi di collasso”. 

La seconda giornata (giovedì 15 luglio) si è aperta con il saluto di benvenuto del Sindaco di Orvieto, Roberta Tardani ai 45 partecipanti provenienti da Lazio, Umbria e Toscana. Il Sindaco ha sottolineato “l’importanza di un convegno scientifico incentrato sulla sicurezza e il consolidamento del patrimonio edilizio dei centri storici sia in relazione alle nuove normative in materia che alla loro valorizzazione. Prospettive che sono particolarmente importanti per una realtà storica come Orvieto perché la città punta su questi fattori per incrementare la nuova residenzialità e le attività legate all’accoglienza e all’ospitalità, obiettivi che l’Amministrazione Comunale sta perseguendo”.
La giornata di lavori prosegue con l’intervento di Alessandro Roversi (SCHINDLER S.p.A.) su “L’accessibilità nell’edilizia storica e nelle aree monumentali. Interventi complessi realizzati”, seguito dalle relazioni dell’Ing. Paolo Neri (UNILAB Sperimentazione S.r.l.) su “Indagini conoscitive finalizzate al progetto di minimo intervento sugli edifici storici”, del Prof. Ing. Andrea Giannantoni (già Università degli Studi di Ferrara) su “Strumenti di conoscenza per la vulnerabilità strutturale del costruito storico” e dell’Ing. Gerardo De Canio (ricercatore ENEA) su “Il ritorno in Cattedrale del ciclo scultoreo del Duomo di Orvieto: innovazione nella conservazione”. La mattinata si concluderà con la visita guidata al Duomo, dove i partecipanti al corso di alta formazione, guidati dall’Arch. Ferruccio Della Fina e dall’Ing. Gerardo De Canio, potranno apprezzare gli “Apparati decorativi ed il sistema d’isolamento sismico delle statue”.
La prima sessione del Corso si è aperta con il saluto dell’Arch. Ferruccio Della Fina in qualità di presidente del Centro Studi Ridolfi, organismo per la formazione continua dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Terni.
“Il mondo del recupero del patrimonio edilizio – ha detto– non ha mai vissuto, come in questi ultimi mesi, un periodo di così intensa attenzione da parte dei legislatori, delle imprese, del mondo del credito e dei professionisti. Quando, nel maggio del 2020, con l’emanazione del Decreto Rilancio vennero stanziati 14,5 miliardi di euro finalizzati al contenimento energetico degli edifici ed alla mitigazione del rischio sismico, non tutti compresero che una misura di queste dimensioni avrebbe potuto rappresentare, appieno, una grande opportunità per il Paese se inserita anche nell’ambito di puntuali riforme di sistema. A pochi mesi dall’iniziale scadenza delle agevolazioni (31.12.2021), il costo complessivo a carico dello Stato è ben lontano dal tetto di spesa stabilito, cosa che può far sperare in possibili ulteriori proroghe. Uno strumento, quello delle detrazioni fiscali vigenti, di cui si stenta ancora oggi a comprendere le potenzialità in ordine alle trasformazioni dello spazio urbano, alla rivitalizzazione dei centri storici, alla rigenerazione delle periferie, al suo ruolo, potenzialmente terapeutico, rispetto ai danni presenti in ambito urbano”. 
“Il rapporto ISTAT sul Benessere equo e sostenibile in Italia – ha proseguito Della Fina – rileva un dato interessante relativo all’epoca di costruzione del patrimonio edilizio italiano, ovvero 2,1 milioni di edifici storici abitati realizzati prima del 1918 (pari al 20% del totale), periodo corrispondente, in larga scala, all’avvento del cemento armato e al conseguente progressivo abbandono delle tecniche di costruzione tradizionali. La “grande bellezza” rappresentata dal nostro patrimonio monumentale, al pari di altre forme di emergenze del Paese, è anch’essa fragile e ha bisogno di proposte concrete e urgenti di recupero e valorizzazione”. 
 “In questi giorni si stanno discutendo importanti questioni relative al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, alla sua ‘governance’, alle modalità attuative dei programmi e sarà trasferita all’Italia una prima parte dei finanziamenti – ha concluso il presidente del Centro Studi Ridolfi – perché non pensare allora, nell’attuazione del PNRR, ad azioni finalizzate al recupero del patrimonio monumentale italiano, nella consapevolezza che gli investimenti in cultura rappresentano uno straordinario volano per tutta l’economia? La ‘grande bellezza’ come componente, non irrilevante, della ripartenza del Paese. Un grande piano di restauro e valorizzazione dei Beni culturali architettonici e artistici. La ripartenza economica, culturale e sociale dell’Italia potrebbe trovare un magnifico impulso da ciò che maggiormente la qualifica a livello mondiale”. 

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