di Renato Piscini
Siamo fuori da ogni giuoco di ripresa economica, a livello regionale e nazionale, per incuria e mancata programmazione. Tale status ci rende ancora più vulnerabili come città e cittadini dell’Umbria. Come non ricordare quando l’urbs era preminente nell’Italia centrale fino al mare. Oramai sono decenni che incapacità e mancata programmazione rendono asettico lo sviluppo reale di tutto il comprensorio nonostante il turismo di passaggio dovuto alle imprese dei nostri avi.
Iniziative di singoli e di personalità della cultura vengono inascoltate da chi gestisce la cosa pubblica vivacchiando giorno per giorno, troppe le mancanze nella sanità, nelle infrastrutture, nell’economia, nel turismo in un quadro geografico ottimale vista la presenza di un’autostrada, dell’Alta Velocità, della ferrovia nazionale. La cecità del futuro (visione) ci penalizza non solo dal punto di vista economico-finanziario, ma anche nell’immagine della civitas e dei suoi cittadini.
Anni di mancati appuntamenti con la storia e con la realtà rendono oramai vecchia la città, pur in presenza di qualche sussulto di cultura, anche questi ultimi resi inefficaci dalla mancata programmazione. Il recupero è arduo in quanto i giuochi si stanno facendo e nemmeno appare una sinergia con altre realtà per legare processi per fare resilienza. Mancano rapporti esterni di valore, nonchè politici, e credibilità di azione per esorcizzare tale status. Le grida si sentono e si soffocano nei pochi momenti di vivacità passando come il vento. La resa è l’ultima cosa ma chi si erge in coro non lasciando il compito a poche anime!