ORVIETO – Nella giornata di domenica 27 giugno, dopo la notizia di una forte scossa di terremoto a Strasburgo appresa sabato mattina, è stata presentata una nota da diversi sindaci del territorio in merito al ricorso al consiglio di Stato relativo all’impianto geotermico di Castel Giorgio.
Firmatari della nota i seguenti sindaci:
Roberta Tardani, sindaco di Orvieto
Andrea Garbini, sindaco di Castel Giorgio
Daniele Longaroni, sindaco di Castel Viscardo
Sauro Basili, sindaco di Allerona
Giovanni Arena, sindaco di Viterbo
Paolo Dottarelli, sindaco di Bolsena
Piero Rossi, sindaco di Graffignano
Massimo Bambini, sindaco di San Lorenzo Nuovo
Francesco Di Biagi, sindaco di Latera
Roseo Melaragni, sindaco di Piansano
Edoardo Giustiniani, sindaco di Cellere
Giuseppe Ciucci, sindaco di Farnese
Ermanno Nicolai, sindaco di Tessennano
Stefano Bigiotti, sindaco di Valentano
Maurizio Lacchini, sindaco di Marta
Lina Novelli, sindaco di Canino
Maurizio Testa, sindaco di Monte Romano
Marco Bianchi, sindaco di Celleno
Giuseppe Mottura, sindaco di Civitella d’Agliano
Salvatore Serra, sindaco di Ischia di Castro
Piero Camilli, sindaco di Grotte di Castro
Angelo Ghinassi, sindaco di Acquapendente
Cinzia Pellegrini, sindaco di Proceno
Carlo Attilio Mancini, sindaco di Gradoli
Publio Cascianelli, sindaco di Arlena di Castro
Antonio De Rossi, sindaco di Capodimonte
Luca Profili, sindaco di Bagnoregio
Giovanni Giuliani, sindaco di Onano
Fabio Bartolacci, sindaco di Tuscania
Fabio Cardarelli, sindaco di Sipicciano.
“Ieri mattina, 26 giugno, una scossa di terremoto di magnitudo 3.9 sulla scala Richter si è verificata in Francia, nei pressi di Strasburgo – dice la nota. La scossa, insolitamente forte per l’area, secondo il Rénass, la rete nazionale di monitoraggio sismico, sarebbe indotta da attività umane, cioè da iniezioni di acqua nel sottosuolo sul sito di una centrale geotermica a Vendenheim, nell’agglomerato urbano di Strasburgo. La magnitudo della scossa si avvicina a quella dei più forti terremoti osservati storicamente in questa zona, e avviene molti mesi dopo l’arresto delle operazioni geotermiche decretata dalla prefettura locale, a causa di una serie di terremoti più deboli. La prefetta, Josiane Chevalier, aveva ritenuto che la sicurezza della popolazione non era più garantita. Le analisi dei sismologi francesi hanno evidenziato che si tratta in parte di terremoti “innescati” dovuti a modificazioni irreversibili nel sottosuolo, con conseguenze imprevedibili e incontrollabili. La notizia ci ha destato notevole preoccupazione perché, nel caso in cui un fenomeno del genere dovesse verificarsi dalle nostre parti, sarebbe molto più pericoloso, poiché abbiamo un potenziale raggiungibile di magnitudo 6: un tale terremoto sprigionerebbe un’energia mille volte più forte di quello di Strasburgo. Per questo ci auguriamo tutti che il ricorso al consiglio di Stato relativo all’impianto di Castel Giorgio ci veda vincitori e che il ministero per la transazione ecologica – Mite, decida di non finanziare i progetti pilota di centrali binarie che sono dello stesso tipo di quelle che hanno provocato il terremoto a Strasburgo. I sistemi geologici dell’area francese sono simili ai nostri, con l’aggravante che la nostra è anche area vulcanica, fattore che potrebbe aumentare il fattore rischio e imprevedibilità; questo non ci lascia assolutamente tranquilli”.