di Renato Piscini
Per le troppe posizioni altalenanti la politica ha perso la sua vera natura. Gli argomenti vengono gonfiati senza pudore e nessuno si preoccupa dove vadano a finire e semmai possano sortire conseguenze. Infatti idee e progetti non se ne vedono, anzi seguono istintive storie fattuali senza coerenza o obiezioni. La politica deve essere costruzione e prevedere il futuro con metodica costruttiva. Allora le novita si susseguono con evanescenza e si disperdono nel vento. Il disagio della società è palpabile e rimane in attesa di risposte. Allora che fare?
Avere pazienza per restituire alla politica le sue forme originali. La politica paralizzata. Basti vedere a casa dei due schieramenti principali. La Destra ha un potenziale di vittoria ma manca di dirigenti da riproporre e della certezza di vittoria. La Sinistra senza certezza di vittoria ha una serie di dirigenti che vanno per ordine sparso che tendono più a creare sottogruppi che reali idee di politica. In tutto questo incognite più che certezze albergano nel parlamento e dentro i partiti e i partiti non si sono ricostituiti e la società è in depressione.
Così le novità vengono dal basso e dai politici di un tempo, nel senso del riformismo, per i ruoli di lìvello che hanno occupato. Tale status rischia di far rallentare la ripresa del Paese proprio per l assenza di un vero dibattito all altezza. La politica ha il dovere di destarsi dal torpore e di darsi un imput culturale per togliere il Paese dal disagio. Se le democrazie crollano si minaccia la libertà di espressione. Bisogna rianimare laboratori di idee e di persone per debellare l’individualismo nel segno delle eguaglianze. L’immagine rischia di inghiottire il linguaggio che è essenziale per la nostra sopravvivenza culturale e politica.