Il progetto denominato LIS (Lingua dei Segni Italiana) è stato ideato, programmato e sperimentato da ben quattro anni nella scuola primaria, e ha ottenuto buoni risultati con tutti i bambini in modo particolare con gli alunni con difficoltà, nell’apprendimento globale e con disturbi comportamentali. Gli alunni attraverso la comunicazione gestuale hanno appreso, divertendosi, che esistono diversi modi di comunicazione, anche non verbale. La LIS è un tipo di comunicazione che serve da supporto non solo per i soggetti affetti da sordità di ogni livello e grado, ma anche per altri tipi con difficoltà didattica e cognitiva. Attraverso la LIS è possibile strutturare un percorso educativo proficuo a cui il soggetto risponde positivamente.
L’attività didattica personalizzata e inclusiva (cioè che non esclude nessuno) ha creato momenti di lavoro di gruppo con la classe, al fine di favorirne l’integrazione.
Ecco l’esperienza didattica raccontata dall’insegnante Paola Torcolini della scuola primaria di Avigliano Umbro, in merito all’uso del progetto LIS.
“Ogni anno scolastico racchiude in sé esperienze uniche e irripetibili, lasciando in me sempre dei ricordi unici ed indelebili – ha principiato Paola Torcolini. Il primo step è sempre quello della conoscenza, entrare in punta di piedi e conquistarsi piano piano rispetto e fiducia del bambino in difficoltà. Durante lo scorso anno scolastico ho individuato come la musica era particolarmente stimolante nell’apprendimento del bambino , così ho pensato bene di inserire la dattilologia poi anche parole in LIS supportata dalla musica tutto ciò per le classe terza della scuola primaria di Avigliano Umbro“.
“Dalle semplici vocali e consonanti segnate – ha aggiunto Torcolini – siamo arrivati alle paroline e pian piano alle frasi musicate, in poche parole a cantare in LIS. Ottimo il risultato ottenuto fin da subito sia dai bambini che dai genitori poi, che hanno supportato il mio pensiero, un vero successo”.
Il progetto nasce da una lettura in classe durante i primi giorni di scuola. “La storia della mia infanzia, la bellissima relazione e l’affetto che mi legava a mio nonno Felice sono state le motivazioni che poi da adulta mi hanno portata a studiare per intraprendere la professione di insegnante della Lingua dei Segni per aiutare i bambini sordo-ciechi – ha continuato a spiegare Torcolini – Acquisire competenze importanti per condividerle a scuola con i miei alunni; Insegnare attraverso le emozioni, questo è il segreto. Dopo la breve lettura vedevo gli alunni particolarmente motivati, avevano compreso l’importanza di imparare la LIS, come lingua inclusiva, per aiutare e dare supporto a chi è più debole di noi , a comunicare con chi ha problemi di udito, ma non solo”.
“In quella strana lingua hanno trovato un mondo magico, la comunicazione non verbale, ossia il metodo che ci aiuta a comunicare con l’ausilio del nostro corpo, tutto si muove e ci parla senza utilizzare la voce, ma altri canali; le mani, le spalle, il viso”. “Gli alunni delle classi 5 ALFA e 5 BETA particolarmente colpiti dal modo di comunicare, interessati a conoscere una nuova lingua hanno voluto condividere un percorso, così sempre nella forma più giocosa e gioiosa è partita la mia bellissima esperienza di cantare in LIS”.
“Ho unito la didattica in classe fatta di lettere e segni sulle mani – ha proseguito la docente – per poi concretizzarli nei momenti di gioco libero , con la mimica che ci aiutava a usare il nostro corpo per l’impersonamento (imitare persone e animali) la mimica facciale per poi realizzare le nostre canzoni in LIS.
A questo mio progetto hanno posto particolare attenzione il prof. Ivano Spano, commissario straordinario dell’Ist. Statale per sordi di Roma e il maestro Giulio Rapetti in arte Mogol, il quale pochi giorni fa, ci ha omaggiati in una video conferenza. L’emozione è stata altissima per tutti , anche se a distanza abbiamo provato lo stesso e forse anche di più la vicinanza e l’attenzione che il maestro ha nei confronti della Lingua dei segni”. “Noi lo abbiamo ringraziato segnando e cantando in LIS alcune delle sue canzoni – ha concluso Torcolini. Mogol come il professor Spano, mi seguono ogni anno, mi consigliano e mi danno la forza per andare avanti . A fine video conferenza il saluto con l’Inno di Mameli. Siamo orgogliosi dei nostri alunni e della loro spiccata sensibilità”.