VITERBO – All’Unitus di Viterbo una ricerca interdisciplinare che coniuga competenze manageriali, statistiche, ingegneristiche e di public policy, con l’obiettivo di implementare un sistema integrato di monitoraggio, comunicazione e analisi – sviluppato mediante una piattaforma tecnologica blockchain – per tracciare i flussi di cibo dalla produzione alla donazione e, successivamente, al consumo finale.
Questo l’obiettivo del progetto dell’Università della Tuscia finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca nell’ambito dei fondi per la selezione, su base competitiva, di proposte progettuali di ricerca finalizzate ad affrontare le nuove esigenze sollevate dalla pandemia da COVID-19. DONO ERGO SUM (reDistribuziONe dello sprecO di filiEra durante e post pandemia a favoRe delle cateGOrie di perSone più vUlnerabili in allineaMento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile) è il titolo del progetto.
“L’introduzione della tecnologia blockchain– ha sottolineato Luca Secondi responsabile dell’unità locale Unitus- rappresenta una novità assoluta nell’ambito della lotta allo spreco alimentare, a livello nazionale ed europeo“. “Il grande valore aggiunto di questa piattaforma di monitoraggio-ha aggiunto Clara Cicatiello componente del gruppo di ricerca Unitus – è amplificare il recupero delle eccedenze alimentari a livello territoriale favorendo, tramite l’azione di enti no-profit , gli individui più vulnerabili, così da rendere il recupero delle eccedenze fattibile, digitale e sicuro”.
La rafforzata collaborazione durante la pandemia dei tre gruppi di ricerca coinvolti – oltre a Unitus, sono presenti le università di Roma Tre come capofila e Trento – e della start-up Recuperiamo Srl – partner tecnologico del progetto – consentirà già nella fase uno, attualmente finanziata, un raccordo efficace tra offerta “in eccesso” e domanda inespressa di cibo. Il monitoraggio, la produzione e l’analisi dei dati su scala locale saranno in grado di favorire lo scambio informativo a livello di filiera, supportare la redistribuzione e, in linea più generale, contribuire ad allineare gli attuali modelli di produzione e consumo agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs).