Il Comitato Tutela Monte Peglia rende noto che il progetto fotovoltaico “San Faustino” è stato rigettato dalla Regione Umbria in via definitiva venerdì 5 marzo per la carenza dei requisiti minimi di legge necessari per il rilascio dell’autorizzazione unica.
I motivi sono essenzialmente tre:
1. problematica sull’allaccio elettrico e autorizzazione da parte di Terna;
2. i contratti di affitto del terreno non erano registrati al momento della presentazione del progetto mentre avrebbero dovuto esserlo;
3. si può fare un impianto fotovoltaico a terra su massimo il 10% di terreni contigui e a propria disposizione. In questo caso l’impianto previsto era ben più esteso di quello che avrebbe potuto essere.
Questo rigetto non vuol dire che la società proponente non possa fare ricorso o presentare il progetto un’altra volta ma costituisce in ogni caso una grande vittoria nella difesa del territorio. Approfittiamo dell’occasione per ringraziare tutte le persone, le associazioni, le aziende, le amministrazioni locali e le forze politiche che si sono interessate, che hanno offerto il loro supporto e grazie all’azione delle quali il progetto è stato rigettato.
Le numerose osservazioni che abbiamo raccolto non sono state infine inoltrate alla regione, non essendo più necessario. Un ringraziamento ulteriore va alla stampa, giornali online e radio, per averci dato voce. Un interrogativo che, invece, rimane aperto riguarda la posizione assunta dall’Associazione Monte Peglia per l’Unesco. Ci saremmo aspettati che sarebbe stata la prima a muoversi per tutelare il territorio, ma non ci è giunta voce di nessuna sua presa di posizione pubblica.
Il Comitato Tutela Monte Peglia rimarrà comunque vigile nel caso della proposizione di nuovi progetti simili. Ribadiamo che non siamo assolutamente contrari alle energie rinnovabili e in particolare al fotovoltaico, ma crediamo che queste opere debbano essere realizzate in aree dove la loro costruzione non incida in modo così pesante sul territorio, sulla vita e sull’economia della popolazione locale.
Abbiamo aperto a tal proposito un confronto con l’associazione Amici della Terra e il Comune di Orvieto per studiare quali tipi di tutele e regolamentazioni possano essere istituite in futuro. Per concludere, questa vicenda ci ricorda quanto sia importante l’impegno attivo e la vigilanza della popolazione per tutelare il territorio e difenderlo da speculazioni”.