ORVIETO – Si chiamava Fernando Maiotti ma tutti lo conoscevano come Pioggia, perché in gioventù aveva visto al cinema un film con questo titolo e continuava a ripeterlo a tutti i suoi amici ogni volta che li incontrava. Ha sempre nutrito una grande passione per la musica che lo ha portato a studiare da autodidatta il mandolino, imparando le note a orecchio e poi disegnandole su una sorta di pentagramma tutto suo: disegnava su fogli bianchi delle linee orizzontali che rappresentavano le corde del mandolino con dei cerchietti che indicavano la posizione delle dita sulle corde. Con questo metodo Pioggia ha realizzato diversi spartiti che poi utilizzava per suonare.Per lui il genere musicale sovrano era la canzone napoletana, che costituiva infatti la maggior parte del repertorio che presentava durante le sue serate, alle feste di piazza, le feste parrocchiali e di quartiere.
Con un gruppo di amici come Massimo Ladi, Mario Ammarata e Giuseppe Neri, costituì un complesso chiamato Pioggia e i suoi mandolini facendo la gioia degli orvietani che amavano la sua musica ma anche la sua simpatia e il suo sempiterno buonumore ottimistico. Molto spesso si univa al gruppo anche il fisarmonicista Enzo Marrocolo.
Ma Pioggia era diventato anche un punto fermo per i turisti che lo ascoltavano con grande piacere eseguire i suoi pezzi per mandolino e poi gli mandavano cartoline da tutto il mondo spedendole all’indirizzo: Pioggia, Orvieto, Italy, e giungevano sempre al suo destinatario. Si perché Fernando Maiotti era così conosciuto e apprezzato dalla sua città che bastavo solo quelle semplicissime coordinate per fargli recapitare una cartolina.
La musica per lui era una passione così autentica che si allenava tutto il giorno con il mandolino, diceva per mantenere morbide le dita, ma aveva anche la grande passione per la pesca e per i suoi compleanni dove amava cucinare per tutti specialmente piatti di pesce.
In tempi più recenti Pioggia incontrò anche il maestro Riccardo Cambri, dando vita a dei gustosi duetti per mandolino e pianoforte, e prese persino parte a una edizione dell’Umbria Folk Festival. Fernando era onoratissimo di salire su quel palco e dopo la sua morte Umbria folk gli ha dedicato un piccolo concorso riservato a gruppi, formati da giovani musicisti orvietani, con un premio che portava il suo nome.
La sua prima vera professione era quella di barbiere e quando i clienti trovavano fuori dal negozio la scritta: Torno subito, sapevano che Pioggia era a pesca. Amava talmente tanto la vita che gli sarebbe piaciuto vivere fino a 100 anni e già pianificava di fare inviti e stilare il menù per il suo centesimo compleanno, anche se purtroppo venne a mancare all’età di 96 anni.
Quando però arrivò il suo centenario la sua famiglia ha comunque voluto organizzare una festa di compleanno come lui la desiderava e festeggiarla in musica con la collaborazione di diversi musicisti locali: Andrea Caponeri, Andrea Massino e Marco Massino; Lamberto Ladi e Vittorio Tarparelli; Simone Stopponi e Francesco Bufalini, I Bartender (Gabriele Tardiolo e Valerio Bellocchio).
Per l’occasione vennero distribuiti vino e panini e il ricavato venne donato all’associazione 3.36 per Barbara e Matteo. “Mio nonno – ricorda Michela Maiotti – avrebbe voluto morire mentre pescava, ma dato che gli ultimi mesi dovette passarli a letto volle posto su una sedia il suo mandolino per poterlo guardare e noi tutti attorno, perché per lui se aveva vicino la famiglia che gli voleva bene era sereno”. Pioggia ha sempre vissuto in modo generoso e totale le sue passioni e con uno sguardo aperto, ironico e positivo alla vita, tanto che la nipote Michela ricorda: “Un giorno mio nonno, che era già anziano, mentre aveva fatto una battuta una signora gli aveva detto che con quello spirito sarebbe campato ancora 50 anni. Lui prontamente le rispose: Perché signora dopo vi impiccio?”. (Valentino Saccà)