di Paolo Borrello
Si sono in gran parte conclusi i congressi di circolo in Umbria con la scontata vittoria, era l’unico candidato rimasto, come nuovo segretario regionale di Tommaso Bori, attualmente capogruppo del Pd in Consiglio regionale. La candidatura di Bori, fin da quando è stata presentata, si è rivelata altamente “divisiva”.
Diversi i motivi alla base delle critiche e delle opposizioni alla candidatura di Bori.
L’utilizzo da parte sua di metodi simili a quelli usati dal precedente gruppo dirigente del Pd umbro, responsabile dello “sfascio” del partito, al di là delle vicende giudiziarie che spinsero alle dimissioni della Marini da presidente della Giunta regionale, una concezione della politica, come esclusiva ricerca e gestione del potere, anch’essa tipica del gruppo dirigente precedente, il suo non essere un “uomo nuovo”, nonostante la giovane età (è stato consigliere comunale a Perugia ed è consigliere regionale), avendo poi stretto un patto di ferro con il ternano Fabio Paparelli, che faceva parte di quel gruppo dirigente poco sopra citato.
Furono presentate altre tre candidature, tra le quali quelle del sindaco di Narni e del sindaco di Gualdo Tadino, candidature che sono state ritirate sia per le modalità con le quali si è proceduto all’effettuazione dei congressi di circolo sia per la mancanza di una soluzione unitaria relativa a tutte le problematiche emerse dalla presentazione delle candidature e manifestatesi fino a poco tempo prima della convocazione dei congressi.
A mio avviso, la principale soluzione unitaria sarebbe stata rappresentata da un ritiro della candidatura di Bori, da un suo passo indietro, per consentire l’individuazione di un’altra candidatura che consentisse il verificarsi di un’unità di almeno una gran parte del partito umbro. Bori ha insistito con la sua candidatura provocando, oggettivamente, un ulteriore indebolimento del Pd umbro, già fortemente indebolito sia in seguito alle vicende che portarono alle dimissioni della Marini da presidente della Giunta regionale sia in seguito alla pesante sconfitta subìta nelle ultime elezioni regionali.
Questo ulteriore indebolimento del Pd umbro, provocato appunto anche da Bori, renderà molto difficile la creazione di una forte e credibile alternativa di governo da parte del Centrosinistra al cui interno, nonostante tutto, il principale punto di riferimento dovrebbe essere il Pd. Infatti non è sufficiente che la Destra abbia governato male l’Umbria, come dimostra tra l’altro la cattiva gestione dell’emergenza sanitaria, perché alle prossime elezioni sia sostituita dal centrosinistra.
E’ necessaria appunto, da parte del Centrosinistra, da parte del Pd soprattutto, la creazione di una forte e credibile alternativa di governo. E’ probabile quindi che, con il Pd a guida Bori, ancora per molti anni il governo della Regione dell’Umbria resterà nelle mani della Destra. E questo rappresenterà un notevole problema per il futuro dell’Umbria, regione contraddistinta da notevoli difficoltà, in primo luogo economiche, che richiederebbero un governo regionale decisamente migliore da quello attuato dalla Destra. Peraltro, secondo recenti sondaggi relativi ai consensi del Centrodestra e del Centrosinistra nelle diverse regioni, in Umbria ci sarebbe la maggiore distanza tra il Centrodestra e il Centrosinistra, ovviamente a favore del primo.
E a Orvieto? Sarà eletto un segretario comunale donna, Maria Flavia Timperi, anche lei unica candidata. Occorrerà verificare in futuro se la Timperi svolgerà un ruolo positivo oppure no. Certo è che lei, e il gruppo dirigente che l’ha sostenuta, si sono tutti schierati a sostegno della candidatura di Bori e questo a mio avviso, per i motivi prima esposti, è stato un grave errore e, oggettivamente, non rappresenta un buon inizio.
Tra l’altro anche ad Orvieto per poter sostituire la Destra alla guida del Comune occorre costruire un’alternativa forte e credibile, non è sufficiente che la Destra stia governando male. Non è sufficiente, sebbene opportuno, formulare delle critiche su questioni specifiche. E’ necessario elaborare un progetto complessivo di sviluppo per Orvieto, intessere stabili relazioni con le componenti più significative della società orvietana, avvalendosi anche di competenze, interne e esterne al Pd, “aprendo porte e finestre”, come spesso si afferma.
Sarebbe opportuno creare un “governo ombra” che appunto formuli proposte concrete sulle problematiche più importanti del Comune, utilizzando anche l’apporto di esterni al Pd. Comunque, come sempre, saranno i fatti a dimostrare la validità o meno dell’operato della nuova segreteria. Staremo a vedere.