di Renato Piscini
L’interrogativo è naturale visti gli ultimi avvenimenti. Infatti si arriva alla fine se si perde la linea e gli obiettivi, non sarà facile se a dare le carte sarà sempre un soggetto esterno al di fuori della società, insomma gli iscritti, a determinare la linea, gli obiettivi. Il rischio è alto in fondo siamo rappresentati in questo momento da uomini della finanza vuoi internazionale o europea e la chiamata dei Pd è in questo filone. Chi conquisterà la parte di società civile sarà nel futuro? Per ora i democratici non ci sono sul pezzo. Conte vorrebbe infilarcisi, vedremo.
D’altronde il Pd si è nascosto più volte dietro liste civiche non migliorando la sua natura. Allora l’alternanza o la soluzione puà essere un nuovo Partito Socialista! La vedo male. I rappresentanti storici si sono persi in mille rivoli non essendo mai determinanti e, al momento, non si intravedono nuove leve. La soluzione, che si intravede in embrione, è quella dell’area riformista popolare moderata ma ahimè in eterno stand-by per presunte visibilità dei vari leader che ne rappresentano le varie anime.
Solo con il confronto e con il metodo si trova una strada comune e questo vale per tutte le tre categorie citate. Infatti è il metodo che manca e il tornare a dialogare, in quanto è l’unica strada possibile per non ripetere gli errori a cui abbiamo assistito sino ad oggi. Quando era il tempo dei festeggiamenti per vittorie irrisorie tutti in fila col vincitore, quando si perdevano i voti rinascevano le correnti. Soprattutto a chi credeva ad un partito inclusivo nessuno aveva da ridire ma appena si scivolava alle elezioni subito si avanzavano perplessità. La contaminazione in politica è una forza e chi accetta le differenze e punta all’eguaglianza ha una vera visione politica.
Per me, personalmente, ritengo che la soluzione sia l’area riformista popolare e democratica la sola che può drenare, in questa confusione, l’elettorato indeciso o astenuto sin d’ora. Il Pd o quel che sarà per risanarsi dovrebbe spostarsi definitivamente a sinistra, perdendo chiaramente e ineludibilmente la parte moderata o sinistra democristiana. In definitiva è realistico che serve comunque, in questo quadro politico, un nuovo partito. Facciamoci gli auguri per nuove rappresentanze attraverso una rigenerazione.