“Fantasiosa e a tratti surreale”. Fonti della Lega definiscono così la ricostruzione fatta da alcuni organi di stampa circa la ormai conclamata crisi di maggioranza, secondo cui ci sarebbe stata addirittura una manovra da parte del partito di Salvini, con la quale si sarebbe tentato di coinvolgere la minoranza per mettere alle corde Roberta Tardani in sede di approvazione del bilancio pluriennale e farla tornare a più miti consigli.
La manovra sarebbe naufragata anche per l’atteggiamento di Gionni Moscetti che, contrariamente a quanto disposto dal suo partito, non solo si è presentato in consiglio la scorsa settimana, ma ha votato a favore del bilancio stesso. Più che indebolita, la Tardani è apparsa anzi rafforzata.
Lungi dall’accettare la candidatura di Andrea Sacripanti a ruolo di assessore di peso e vicesindaco, la Tardani ha forzato la mano nominando l’ingegner Mario Angelo Mazzi per coprire il delicato assessorato all’urbanistica e il ruolo di vicesindaco in sostituzione del dimissionario Angelo Ranchino. Una mossa questa che ha sparigliato il campo, una mossa politica della sindaca decisa a far valere le proprie prerogative senza sottostare al presunto diktat del partito di maggioranza in consiglio.
Non è un mistero però che se Moscetti non si fosse presentato, a Orvieto la maggioranza sarebbe implosa con tutti i rischi del caso. Dalla Lega filtrano comunque malumori in merito ai rumors che vorrebbero mettere in cattiva luce il primo partito in città, facendolo passare per un manipolo di personaggi attaccati alle poltrone. E questo prima ancora che inaccettabile è falso, totalmente falso, ribadiscono dalla Lega. Perchè questi attacchi proprio in questo momento? È la domanda che si pongono a Orvieto i maggiorenti del partito di Salvini. Il risultato per ora è devastante, basta leggere alcuni commenti apparsi sui social per capire che nell’opinione pubblica orvietana Roberta Tardani sta scalando tutte le classifiche di gradimento, tutto il contrario di quanto viene percepito in città invece il ruolo della Lega nella vicenda.
È ovvio che chi l’ha portata in carrozza sulla poltrona di prima cittadina, grazie alle migliaia di voti ottenuti nelle elezioni del 2019, non possa accettare questo gioco. La sindaca, come detto, per il momento ne esce rafforzata ma la partita orvietana è ben lungi dall’essere conclusa, non fosse altro perché parte di una più ampia manovra della dirigenza leghista a livello regionale. Una partita che la dirigenza perugina pare aver perso e non sarebbe la prima. La Lega non demorde, la nomina del nuovo vicesindaco causerà certamente altri attriti e non sarà indolore. Vero è che, come ha detto un consigliere di opposizione, “Roberta Tardani dovrà pur uscire dai social e tornare in consiglio, lì prima o poi ci sarà la resa dei conti definitiva”. (G. M.)
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