Digitale, Intelligenza artificiale, connettività. Sono parole che conosciamo tutti e da cui tutti ormai siamo coinvolti e, nell’ultimo anno, forse anche travolti. Essere integrati o apocalittici però non è la soluzione. Non si tratta di negare l’utilità della tecnologia nelle nostre esistenze ma di saperla governare. E non è cosa da poco, lo ha dimostrato l’ultimo incontro di Nova Civitas dedicato al digitale che incontra la sussidiarietà “Digitale e Sussidiarietà, conciliazione possibile?”.
Con questo incontro e come da tradizione, il corso formativo sulla Dottrina sociale ha rinnovato anche quest’anno la Giornata della Dis-Connessione, un appuntamento che ha dovuto rinunciare per la sua quarta edizione alla sede di Vetrya dovendosi adeguare alla modalità di webinar on line. Nonostante tutto, questa giornata mantiene fortemente il senso originario anzi, lo rafforza proprio ora che nel digitale siamo immersi. Nova Civitas non ha mancato di rimarcare l’importanza del dialogo e della connessione che deve essere per prima cosa tra persone, che diventano il perno di un nuovo umanesimo che, nonostante i cambiamenti, deve continuare a vedere l’uomo e il bene comune come ultima finalità, anche in un mondo in profonda trasformazione.
Relatore della serata il giornalista Mediaset Alessandro Filippelli che ha sottolineato come l’epoca che stiamo vivendo è ormai a pieno titolo quella dell’innovazione digitale e dell’intelligenza artificiale, sempre più presenti nel quotidiano e più influenti nelle decisioni che prendiamo a livello individuale e sociale. Si pensi ad esempio agli assistenti vocali o alle macchine con la guida automatica, o ai suggerimenti dei prodotti da acquistare che ci arrivano in forma di pubblicità sempre più personalizzata. È evidente allora che le tecnologie stanno trasformando la società in ogni suo aspetto ed è a questi cambiamenti che va prestata attenzione, non perché in se stessi siano buoni o cattivi. La tecnologia può essere infatti utilizzata a sostegno e supporto dell’uomo per il bene comune, e qui si collega proprio al principio di sussidiarietà, in tal senso è da guardare favorevolmente, a patto però che non vada ad appiattire le relazioni o peggio omologarle. Non si tratta allora solo di educare alle nuove tecnologie, ma di entrarci, e di portarci un forte sistema di valori. Nella stagione dell’Intelligenza artificiale in cui sono sempre più gli algoritmi a prendere decisioni insieme agli uomini è ancora più importante che sia tutelata la dignità della persona. È l’essere umano il valore aggiunto all’innovazione, lo ha affermato anche Papa Francesco nell’Enciclica “Fratelli Tutti” in cui definisce la tecnologia come una risorsa che può portare frutti di bene.
Che l’argomento sia interessante e fortemente susciti sentimenti a volte anche contrastanti lo hanno dimostrato i numerosi interventi dei partecipanti, molti dei quali hanno portato le esperienze del proprio quotidiano. Nelle difficoltà, rimarcate da più parti, che un genitore può avere a guidare all’uso corretto dei social per i propri figli sempre più esposti a messaggi e situazioni potenzialmente pericolose, o quando si sviluppano episodi di vera e propria dipendenza al digitale, in età sempre più precoci.
Se sicuramente da un lato c’è da fare attenzione agli abusi, bisogna riconoscere che molte situazioni sono state salvate in questa eccezionale fase pandemica che ha reso sconsigliabile l’incontro fisico proprio dal digitale, permettendo in molti casi di continuare a lavorare (smart working), a studiare (DAD), o ad incontrarsi, annullando lo spazio geografico e dando la possibilità di scambiare informazioni pur restando distanti. Per non parlare della possibilità, surrogata certo, ma comunque possibile, di visitare virtualmente musei, luoghi della cultura, e fruire di eventi che sarebbero stati altrimenti impossibili.
C’è bisogno sicuramente di ripensare le regole, difficile sarà ad esempio adeguare le normative, perché riguardano confini che travalicano le stesse sovranità nazionali. Difficile opporsi ad una nuova oligopoli dei big player dell’economia che da soli detengono il controllo dei nuovi mezzi di comunicazione e che stanno dimostrando, lo ha ricordato l’AD di Vetrya Luca Tomassini presente all’incontro insieme alla moglie Katia, che il problema non è solo il fatto di essere bersagli di pubblicità che cerca di venderci prodotti sempre più mirati, ma soprattutto di libertà, laddove le nostre opinioni, anche politiche, rischiano di essere manipolate dalla disponibilità che queste grandi compagnie hanno dei nostri dati, nutriti giornalmente dalle nostre abitudini personali. Ma la paura è una cattiva consigliera, è sbagliato rifiutare un cambiamento inevitabile. Il futuro non è segnato ma ancora da scrivere. E in questo i cattolici hanno un ruolo fondamentale.
La Chiesa è chiamata allora ad essere parte di questa trasformazione facendo ciò che ha fa da sempre: mantenere viva l’etica dei valori umani, considerare l’uomo non come materia prima da sfruttare, ma come risorsa e obiettivo. C’è una sorta di dovere etico nel lavorare ad un’educazione telematica, realizzare in altre parole un apostolato digitale che formi le coscienze dei più piccoli a conoscere e ben usare a vivere nel digitale applicando quei principi che sono alla base della vita di un cristiano.
Hanno concluso l’incontro le parole di San Giovanni ricordate da Suor M. Luisa Gatto: la verità ci farà liberi, ma per esserlo bisogna conoscere e formarsi, solo così potremo vivere bene in questo spazio digitale senza lasciarsi rubare libertà e identità.
Il video della 4° Giornata della Disconnessione è disponibile in Facebook al seguente link: https://www.facebook.com/groups/novacivitas/permalink/1936219389849169/
Il prossimo e ultimo incontro si svolgerà il 17 aprile e sarà dedicato al tema della sanità nella sussidiarietà. Se ne parlerà con l’ex deputata Rosy Bindi.
Per informazioni: g.mluisa@srm.it
(Valeria Cioccolo)