ORVIETO – Alla viglia del Dantedì (25 marzo 2021), ricorrenza nazionale per i 700 anni dalla morte del sommo poeta Dante Alighieri, presso il Comune di Orvieto si è tenuta una conferenza in via telematica per presentare i progetti della città. Fondazioni e Associazioni della città si sono unite per creare diversi eventi e iniziative per celebrare degnamente l’occasione, ma indubbiamente il fiore all’occhiello di questo Dantedì orvietano è un mistero legato ad un dipinto dell’Alighieri ritratto con una folta barba scura.
“Diverse sono le tracce lasciate da Dante a Orvieto – ha principiato il sindaco Roberta Tardani – dal Pozzo di San Patrizio agli affreschi del Signorelli nella Cappella di San Brizio fino ai Monaldeschi e Filippeschi citati nella Divina Commedia, ma la novità sorprendente che lega Orvieto al grande poeta è la scoperta di un quadro nell’ufficio del sindaco, all’interno del palazzo comunale, che rappresenta un’insolita iconografia di Dante con la barba.
Fatta questa scoperta, come amministrazione comunale abbiamo subito interpellato in merito la fondazione Faina e pare si tratti di un unicum di tutta l’iconografia dantesca, perciò ne faremo stimare il valore storico e abbiamo pensato di esporlo, il prossimo settembre, negli spazi del Museo Faina”.
“L’opera in questione – è intervenuto Daniele Di Loreto, presidente Fondazione Faina – è ricca di misteri, prima di tutto perché rappresenta Dante proprio come viene descritto dal Boccaccio, suo primo biografo. Solo pochi altri quadri ritraggono il poeta con un accenno di baffi o barba, ma solo questo restituisce perfettamente la descrizione del Boccaccio. All’epoca si pensa che non venisse ritratto con la barba perché questa era un segno distintivo di spiriti rivoluzionari, ecco da qui la consueta effige dantesca dal volto glabro.
Si stima che l’opera in questione risalga alla fine del 1.500 per mano di un pittore sconosciuto presumibilmente della scuola di Cristofano dell’Altissimo. Altro mistero è come sia giunto al Comune di Orvieto e si può supporre a una donazione, con buona probabilità si tratta di Filippo Antonio Gualterio, un orvietano famoso vissuto nell’800, politico e storico, senatore del Regno d’Italia, Ministro dell’Interno della Real Casa. A giudizio di un altro storico dell’arte che abbiamo interpellato la barba potrebbe essere posticcia, dipinta successivamente al quadro originale e anche questo sarebbe un altro mistero”.
“L’obiettivo di questa iniziativa – ha concluso Di Loreto – è suscitare curiosità e interesse su questo singolare e originale dipinto su cui nelle prossime settimane continueremo le indagini e gli approfondimenti tecnici per dare risposta a tutti i nostri interrogativi”.
“L’iniziativa programmata dalla Fondazione Centro studi ‘Città di Orvieto’ grazie alla vivacità e creatività culturale di Guido Barlozzetti, dal titolo ‘Il poeta del finimondo‘, – ha affermato la Presidente, Liliana Grasso – ha l’obiettivo di intrecciare l’opera di Dante Alighieri, un personaggio che è riuscito a tenere insieme il suo tempo storico così complesso con un mondo oltre – entrando nella sua biografia segnata da un lungo esilio e raccontandola con le testimonianze di Orvieto. Dalla Cappella Nova nasce e si sviluppa quindi una iniziativa costruita su più momenti. Un evento che ci auguriamo possa essere in presenza con la partecipazione del pubblico, altrimenti sarà proposto in diretta streaming. Saranno comunque dedicati a questa iniziativa culturale vari audiovisivi”.
“Sono molto contento di questa opportunità che ci viene data in occasione della celebrazione dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri – ha detto Andrea Taddei, Presidente dell’Opera del Duomo di Orvieto – una opportunità che ha dato luogo ad un lavoro coordinato tra varie istituzioni ed enti culturali che operano a vario titolo nella Città di Orvieto”.
“L’Opera del Duomo – ha proseguito – di fatto ha già una mostra permanente di Dante all’interno della Cappella di San Brizio. Non abbiamo ancora stabilito le date precise ma anche noi contiamo di ripartire e presentare tra settembre/ottobre 2021, possibilmente in presenza, due o forse tre eventi programmati. L’intento è di ripartire con la promozione culturale e turistica collegando l’iconografia presente nella Cappella di San Brizio e le prime stampe della Divina Commedia. Proprio in Umbria, infatti, venne stampata nel 1472 la prima edizione della Divina Commedia per poi arrivare al 1481 alle edizioni fiorentine. I lavori del Signorelli in Duomo sono datati tra il 1499 e il 1503 quindi potremo offrire ai visitatori una lettura organica che possa dare visibilità alla parte iconografica delle straordinarie immagini della cappella Nova del duomo di Orvieto con gli scritti della Divina Commedia. Il quadro di Dante Alighieri con la barba che si trova nell’ufficio del Sindaco di Orvieto, costituisce sicuramente una unicità che apre una lettura diversa e nuova rispetto a quella che già abbiamo di Dante Alighieri”.
In attesa della mostra, giovedì 25 marzo si terranno alcune iniziative virtuali per celebrare il Dantedì. “Sulle tracce di Dante Alighieri a Orvieto” è il titolo del video realizzato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Orvieto in collaborazione con la Scuola Comunale “Adriano Casasole” e la Nuova Biblioteca pubblica “Luigi Fumi”.
Dal Pozzo di San Patrizio e dalla Cappella di San Brizio in Duomo Alessio Tempesta e l’attrice orvietana Giulia Schiavo leggeranno il VI Canto del Purgatorio mentre il conduttore televisivo e scrittore Guido Barlozzetti parlerà del rapporto tra l’arte e la Divina Commedia riassunto nei dipinti di Luca Signorelli.
Il video, che sarà pubblicato sui canali social e You Tube, rappresenterà una sorta di teaser dell’evento “Dante, il Poeta del Finimondo” che organizzerà il Centro studi “Città di Orvieto” a settembre.
Sempre on line si terrà l’iniziativa “Dante, uomo in viaggio” promossa dall’Unitre di Orvieto con gli interventi di Franco Raimondo Barbabella, Donato Catamo, Raffaele Davanzo, Roberta Menichetti, Fioralba Salani e la partecipazione degli studenti del liceo classico “F.A. Gualterio”.
Ancora, a settembre è in programma anche la produzione musicale-culturale a cura della Scuola comunale di musica che unirà due celebrazioni importanti quella dei 100 anni dalla morte di Mancinelli e quella dai 700 di Dante. Il legame sarà l’opera lirica Paolo e Francesca scritta dallo stesso Mancinelli per i versi di Arturo Colautti e riferita al V Canto dell’inferno della Divina Commedia. (Valentino Saccà)
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