ORVIETO – Bocca cucita e nessuna voglia di alimentare la polemica, almeno in questo momento, ma di certo Matteo Tonelli non deve aver digerito il comunicato del sindaco in merito all’aumento degli spazi fruibili per il Centro
Studi.
Nello stesso comunicato, apparso ieri anche sui social network, non vengono risparmiate bordate neanche troppo velate, alle precedenti gestioni del CSCO di cui Tonelli è stato presidente fino a un anno e mezzo fa. “Ho letto il comunicato e quanto dichiarato dal sindaco e dalla presidente Grasso. Non ho nessun commento da fare, ci sono atti ufficiali del consiglio di amministrazione che ho presieduto: bilanci, relazioni e comunicazioni che sono consultabli e perciò al momento non ritengo di dover aggiungere altro“, è il laconico commento dell’ex presidente, contattato dal nostro giornale. Eppure non deve aver digerito facilmente quelle parole contenute nel comunicato di Roberta Tardani che sollevavano non pochi dubbi sulle precedenti gestioni, parlando di una generica opera di rilancio “rispetto a una fase in cui il CSCO è stato visto e gestito come un condominio dove si volevano far convivere realtà completamente slegate tra loro e dove ci si è limitati ad amministrare l’ordinario”.
Parole francamente dure verso un’istituzione che anche nel passato recente non ha mai mancato di portare lustro alla città di Orvieto e di esserne il motore pensante e punto di riferimento. Sulla sua pagina facebook, Tonelli ha posto al sindaco e all’attuale dirigenza del Centro Studi una domanda che, a detta dell’interessato, sarebbe stata cancellata dagli account social del sindaco: di cosa e soprattutto di chi si sta parlando?
La polemica monterà certamente nei prossimi giorni e anche dall’opposizione non mancheranno repliche al sindaco, soprattutto perchè la Giunta comunale presieduta da Giuseppe Germani deliberò ad aprile 2019 la concessione dell’intero palazzo Negroni (l’ex tribunale), piano terra e secondo piano, al CSCO, cosa che venne comunicata nella conferenza stampa di presentezione del bilancio del Centro Studi pochi giorni dopo.
Alla luce di questo, l’intervento dell’attuale amministrazione consisterebbe esclusivamente in una mera conferma di una situazione precedente. Inoltre, notizia di qualche giorno fa, il CSCO non potrà più utilizzare gli spazi di palazzo Simoncelli dove si tenevano i corsi della Kansas State University perchè adibiti al futuro museo della ceramica. Con questi dati in realtà, le superfici a disposizione del Centro Studi sarebbero addirittura diminuite. (G.M.)
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