“Dall’inizio della pandemia sono 444.000 le persone che hanno perso il lavoro, il 70% circa sono donne. Solo tra novembre e dicembre 2020 di 101 mila occupati e occupate in meno, 99 mila sono donne.
In questo anno, le donne sono state costrette a lasciare i posti di lavoro per sopperire a tutto quel welfare familiare a cui i nostri governi non hanno mai dato risposta. La pandemia ha solo messo più in evidenza lo smantellamento della Sanità Pubblica e territoriale da parte delle amministrazioni attuali e passate, relegando le donne ad un lavoro di cura e di dipendenza economica dai propri mariti, compagni o familiari.
Lo smartworking e la perdita di lavoro non hanno di certo favorito l’uscita delle donne da situazioni familiari di violenza, anzi le hanno amplificate.
Nel 2020 ogni 3 giorni una donna è stata uccisa e dall’inizio del 2021 sono 12 le donne uccise.
Rinchiuse in casa dal lockdown e dal lavoro di cura, hanno subito ogni sorta di violenza da uomini che dicono di amarle, ma che arrivano ad accanirsi sui loro corpi con una tale ferocia e brutalità da film dell’orrore. Non supportate da una società, la nostra, che inneggia alla denuncia, ma che poi le lascia sole di fronte ai propri carnefici. Governi maschilisti e patriarcali ci vogliono contenitori riproduttivi di una società nazionalista, ostile a qualsiasi forma di diversità e che si vede messa in pericolo dalle scarse nascite. I medici obiettori non ci consentono di decidere sui nostri corpi e sulla nostra autodeterminazione di essere madri come di non esserlo. La chiusura dei consultori e delle strutture di prevenzione alla salute mette in serio pericolo le nostre vite.
SIAMO STANCHE DI ESSERE SFRUTTATE SUL LAVORO, NELLE NOSTRE CASE, DAI NOSTRI GOVERNI!
Le donne e le libere soggettività di tutto il mondo negli ultimi anni stanno lottando per i propri diritti e per la libertà di esprimersi secondo i propri desideri. È da questi movimenti mondiali che è nata l’esigenza di rispondere all’appello lanciato in questi anni dalle donne argentine di NiUnaMenos ad unirsi in uno sciopero femminista e transfemminista e che oggi vede coinvolti tantissimi paesi in tutto il mondo.
Come Cobas del Lavoro Privato facciamo nostra la richiesta del movimento femminista-transfemminista NonUnaDiMeno, per l’indizione dello sciopero dell’8 MARZO 2021. Sciopero dal lavoro produttivo, dalla riproduzione, dai consumi, dai generi e dei generi, perché se si fermano le donne si ferma il mondo”.
8 MARZO SCIOPERIAMO e uniamoci nelle piazze tematiche per l’intera giornata.