di Renato Piscini
L’autocelebrazione è preda di molti in questo periodo storico in politica, nelle arti, nel lavoro e nella società. Certo, la cosa si ripete negli anni, storicamente parlando, ma la soluzione sta nel resistere a questa attrazione fatate. I social contribuiscono a tale fenomeno incontrollato ma questa gloria vana non può essere la medicina per la vera ragione di vita nel successo. Certo, i megalomani hanno vita facile in questo tempo in cui la gloria è raggiungibile facilmente. In verità manca la capacità di imporsi con modelli riconoscibili e questo lo si raggiunge solo con la modestia e la perseveranza delle azioni.
Niente di nuovo sotto il sole si potrebbe dire. Tutti scrivono libri, tutti si improvvisano politici, imprenditori, e chi ne ha di più si mostra. Ma, ahimè, presto si scovano menzogne impreparazione, improvvisazione insomma fragilità. Allora la verità naviga nell’incertezza e questo lo vediamo nella politica, nella pandemia, nell’arte, nel lavoro. Allora si evidenzia la via perduta del Paese e viene spontaneo chiedersi come si riforma un Paese che ha perso la sua identità?!
Sicuramente con la capacità di decidere per indicare una visione, sapendo organizzare una agenda. L’esempio può forse venire dagli Stati Uniti di Joe Biden e da noi da Mario Draghi. Certamente rimane il dubbio se i partiti attuali e l’attuale classe dirigente del Paese siano all’altezza, ivi compresi i collaterali nel mondo dell’arte e del sociale, stante così le cose. Dobbiamo ritrovare la modestia del giorno dopo giorno nel segno del dovere verso noi stessi e del popolo attraverso la memoria.
Impariamo a dare credito ai veri innovatori che hanno personalità che non si arresta mai e che perseguono finalità una dopo l’altra in un movimento continuo aperto alle culture di ogni Paese e che soprattutto è in grado di far parte della storia.
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