Sabato 13 febbraio il presidente del Tar dell’Umbria, Raffaele Potenza, si è pronunciato tramite apposito decreto in merito all’annunciato ricorso di un gruppo di genitori e docenti promosso dal Comitato “A Scuola”, notificato e depositato giovedì 11 febbraio dall’avvocato Alessandra Bircolotti (registrato al n. 79 dei ricorsi del 2021) contro l’ordinanza della Regione Umbria 6/2/2021 n. 14.
Il decreto sancisce un accoglimento parziale della domanda di sospensiva del provvedimento impugnato, limitatamente alle scuole dell’infanzia nei Comuni delle zone rosse della regione Umbria che riapriranno con effetto immediato. Le ragioni di “urgenza” per legittimare una sospensione dell’ordinanza sono state cioè riconosciute soltanto per i genitori dei bambini più piccoli (0-6 anni), cui il provvedimento regionale arreca maggiore danno per la conseguente necessità di assentarsi dal lavoro, con potenziale compromissione della propria posizione lavorativa. “Ma il ricorso presentato – spiegano Francesca Leone e Martina Leonardi in rappresentanza del Comitato – si poggia sul fatto che il D.P.C.M. statale in vigore prevede espressamente l’apertura di tutte le classi delle scuole statali e paritarie fino alla prima media anche in zona rossa.
Quindi questo primo risultato non ci basta! Infatti la posizione del D.P.C.M. è identica anche per le scuole primarie e per la prima media, ma il Tar ha applicato incomprensibilmente due pesi e due misure, cosa che ci lascia ampia speranza di vedere accolto il ricorso in sede di discussione, che però, non essendo stata concessa la riduzione dei termini, avverrà solo il 16 marzo, quando il provvedimento regionale (salvo eventuali e ripetute proroghe) avrà già perso efficacia, e la discussione avrà il solo fine di determinare l’illegittimità del provvedimento ai soli fini risarcitori, per danno subito da studenti e genitori, a favore dei ricorrenti, nonché per coprire le spese di lite da questi sostenute, che andranno comunque documentate”.
“L’avvocato Bircolotti – aggiungono – ci comunica intanto che la Regione Umbria e il Comune di Perugia sono già stati diffidati. Questo primo risultato dimostra che il ricorso presentato si basa su valide e argomentate motivazioni. Ora la parola passa alla controparte che per difendersi dovrà ponderare tra la riapertura delle scuole fino alla prima media e presumibilmente un elevato esborso ai ricorrenti. Una vittoria, quindi, a metà che però ci fa capire e ci dimostra la responsabilità dei cittadini nel ricorrere agli organi di giustizia affinché vengano applicati i propri diritti”. I rappresentanti del Comitato “A Scuola” ci tengono a sottolineare quanto sia importante ogni giorno “non accettare passivamente ciò che accade e non dare mai i diritti come dati e immutabili”.
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