Francesca Caproni, direttore del GAL Trasimeno-Orvietano, nel vostro articolo di ieri 11 febbraio 2021, mi chiama in causa in relazione al ricorso, rinviato dal TAR al giudice ordinario, con cui i Comuni di Parrano, Panicale e Piegaro chiedevano l’annullamento dell’Assemblea di nomina del nuovo presidente. Il Direttore prima mi attribuisce una “convinzione” – il cui nucleo mi resta tuttavia ignoto – poi mi richiama, con la giusta severità, al dovere di conoscere a fondo le regole del GAL. Ho l’impressione di perdermi: io ho i miei limiti ma il suo, di Lei, ragionamento non è esattamente cartesiano. Però soprassediamo…
Forse Ella ritiene che io sia l’artefice di tale iniziativa dinanzi al Tribunale Amministrativo e quindi individuo da esporre, quale supremo sconfitto, al pubblico ludibrio. La cosa anziché affliggermi mi inorgoglisce: pur non avendo cariche politiche, né cariche amministrative, evidentemente mi si ritiene in grado di esercitare una vis persuasiva che mai avrei sospettato di possedere.
Il punto è che in questa azione legale il mio nome compare nei documenti sempre al passato e mai al presente. Non sono io il protagonista del ricorso né sono lo “sfidante” del direttore. Non ho neppure gradi da esibire: pertanto non ho firmato alcunché né avviato alcuna procedura legale. Mi riesce perciò difficile comprendere la ragione di questi 15 minuti di celebrità a me concessi senza merito…
A pensarci bene, qualcosa ho firmato: ossia la richiesta, inoltrata via PEC al Consiglio Direttivo del GAL Trasimeno Orvietano in data 5 novembre 2020, di adottare un provvedimento disciplinare nei confronti della Dott.ssa Francesca Caproni per aver disatteso, quest’ultima, la disposizione con cui chiedevo agli uffici di comunicare ai soci GAL il rinvio di qualche giorno dell’Assemblea dei Soci – convocata il 20 ottobre alle 17.00 – al fine di predisporre una piattaforma telematica onde consentire ai soci pubblici che ne avevano fatto richiesta di parteciparvi ai sensi del DPCM del 18 ottobre 2020 (emergenza Covid-19).
E poiché il 20 ottobre di mattina – momento in cui sollecitavo gli uffici, anche tramite PEC all’indirizzo del Direttore, di informare tutti i soci dello spostamento dell’Assemblea per le ragioni contenute nel citato DPCM – ero ancora il rappresentante legale del GAL Trasimeno-Orvietano (con annessa panoplia di responsabilità e prerogative), sarei davvero grato se qualcuno esperto di “regole” mi spiegasse perché la Dott.ssa Caproni non abbia dato seguito alle disposizioni stesse. E questo per quel che riguarda la forma. Se invece volessimo parlare anche di politica, non mi pare che la decisione di rinviare di pochi giorni l’Assemblea potesse rappresentare un proditorio e insolente tentativo di ribaltare “scelte, ampiamente e democraticamente condivise da larga parte della base sociale”.
Insomma: ho la sensazione che queste “regole”, alla cui conoscenza mi richiama la Dott.ssa Caproni nella sua dichiarazione, siano sommariamente riconducibili a quella che il Marchese Onofrio del Grillo pronuncia solennemente dal predellino della carrozza. Se così fosse, mi rimetto rispettosamente alle norme, condivise da destra e sinistra, di questa nuova e insieme antica nobiltà e alla decisione del Consiglio Direttivo del GAL Trasimeno Orvietano in merito al contenuto della mia missiva del 5 novembre…
Vittorio Tarparelli, ex Presidente del Gal Trasimeno-Orvietano