Chi non ricorda l’antica formula del rito delle ceneri con cui in religioso raccoglimento si inaugurava il tempo della Quaresima: “Memento, homo, quia pulvis es, et in pulverem reverteris”, ovvero “Ricordati, o uomo, che sei polvere, e che in polvere ritornerai”. L’espressione rimanda a un noto passo del libro della Genesi che narra la cacciata di Adamo ed Eva dal paradiso terrestre: “Con il sudore della fronte ti guadagnerai il pane, finché non tornerai alla terra: perché polvere sei e polvere ritornerai”. Oggi, al suo posto, il sacerdote pronuncia un’altra frase tratta dal Nuovo Testamento che dice: “Convertitevi e credete al Vangelo”.
L’esortazione dell’evangelista Marco è un appello alla fede che non reca nessuna idea di morte o pentimento. Ma cosa ha convinto la chiesa a cambiare, dopo il Concilio Vaticano II, il suo annuncio quaresimale?
La risposta ci viene dalla ancora una volta dalla Genesi quando Dio crea il mondo e l’uomo in vista della realizzazione di un progetto. E’ Dio infatti a plasmare l’Uomo e a situarlo nell’Eden, cioè nel ‘giardino’, dove è in comunione con il Creatore e con tutte le creature. Questo progetto è fondato sulla relazione, sull’armonia, e può diventare una realtà storica a patto che l’Uomo non si pieghi alla volontà di dominio e di divisione. Anche i salmi descrivono il mondo come casa in cui Dio colloca l’Adam, e questa casa è piena della Sua presenza, una casa dove Dio e l’Adam abitano insieme.
Nella Sacra Scrittura, spazio ed esistenza si intrecciano in modo perfetto. La presenza creatrice di Dio si offre all’uomo come spazio vitale, lungi da ogni tono inquisitorio o punitivo. Come dice il libro della Sapienza: “Dio non ha creato la morte e non gode per la rovina dei viventi. Egli infatti ha creato tutto per l’esistenza…”. Questo spazio comprende tutte le cose secondo l’asse verticale cieli-inferi (“Se salgo in cielo, là tu sei, se scendo negl’inferi, eccoti”) e secondo l’asse orizzontale oriente-occidente (“Se prendo le ali dell’aurora per abitare l’estremità del mare, anche là mi guida la tua mano e mi afferra la tua destra”): il mondo intero è dunque il tempio divino in cui l’umanità è chiamata a realizzare il progetto dell’Adam.
L’esistenza non è ‘ombra e polvere’, ma un dono di vita talmente grande da proiettare la vita stessa verso l’eternità che, nella Bibbia, non corrisponde mai all’estensione infinita del tempo ma a una dimensione esistenziale che si manifesta dentro il tempo e lo spazio: “Sì, – proclama la Sapienza – Dio ha creato l’uomo per l’immortalità”. Poco più tardi sarà Cristo stesso ad affermare che la vita è più forte della morte e che l’uomo è stato tratto dalla terra non per ritornare ad essa, ma per sedere alla destra di Dio.
E questo grande mistero viene ricordato il mercoledì delle ceneri nell’istante in cui il sacerdote, invitando i fedeli a credere nel vangelo, li chiama proprio a realizzare quel Progetto originale pensato da Dio per l’umanità, progetto che non richiede penitenze o sacrifici ma solo la fede. Con il segno profetico dell’aspersione si rievoca simbolicamente la sapienza del mondo agricolo, quando i contadini conservavano le ceneri del camino per gettarle sul terreno alla fine dell’inverno.
La cenere rappresenta il potere rigenerante dello Spirito che infonde nuova energia e nuova forza alla vita/terra dell’uomo la quale non è più destinata alla morte, ma è pronta a trasformarsi in un rigoglioso giardino dove è possibile raccogliere frutti di vita inimmaginabili.
Così, mentre il vecchio mondo va in cenere, dalla cenere nasce un mondo nuovo.