ORVIETO – In occasione del “Giorno del ricordo” in memoria delle vittime delle foibe, istituita come commemorazione nazionale con la Legge n. 92 del 30.03.2004, Cobas Orvieto sottolinea in una nota che “Il ricordo dell’esodo giuliano-dalmata, delle vicende del confine orientale e concessione di un riconoscimento ai congiunti degli infoibati” offrirebbe numerosi spunti di approfondimento di quelle complesse vicende: l’occupazione fascista, la seconda guerra mondiale, la Resistenza di partigiani italiani e jugoslavi, i moderni confini stabiliti dai trattati di pace”.
“Nonostante ciò – si legge nella nota di Cobas – , prosegue l’utilizzo strumentale della storia senza la contestualizzazione di fatti e di persone, che le destre puntualmente vorrebbero riproporre come “verità” nel becero tentativo di criminalizzare soltanto una parte.
Per tali ragioni diventa quindi fondamentale ribadire, con il sostegno di studi e ricerche, che la cosiddetta “foiba” (in realtà pozzo di miniera) di Basovizza presso Trieste, è un falso storico divenuto clamorosamente monumento nazionale. A tal proposito, è importante leggere il dossier del 2011 di Claudia Cernigoi – giornalista e ricercatrice – pubblicato al seguente link https://www.diecifebbraio.info/wp-content/uploads/2012/01/la-foiba-di-Basovizza.pdf e ascoltare il contributo di Alessandra Kersevan – storica e ricercatrice – al seguente link https://www.youtube.com/playlist?list=PLgWO2i5nUg3Qdu_6UGGXH1WfFRE0VRqje“.
“E’ altrettanto importante ricordare – prosegue la nota – che già nel 1920 i fascisti incendiavano e distruggevano il Narodni Dom, centro di cultura slovena a Trieste, con un atto che Renzo De Felice definì “il vero battesimo dello squadrismo organizzato”; recentemente e simbolicamente “restituito” con una cerimonia solenne alla presenza dei residenti della Repubblica d’Italia e di Slovenia.
Maggiori approfondimenti:
https://ilbolive.unipd.it/it/news/rinasce-narodni-dom
http://www.diecifebbraio.info/2020/06/lettera-aperta-al-presidente-della-slovenia-borut-pahor/
Ne seguirono ben 25 anni di crescente oppressione e persecuzione nei confronti del popolo jugolsavo attraverso violenze di ogni genere: dalla privazione del diritto all’uso delle lingue madri, all’italianizzazione forzata di nomi propri e nomi di città, alle torture agli stupri e agli internamenti.
Maggiori approfondimenti, necessari per opporsi (cit.) “(…) al tentativo, tutto politico, di sostituire alla storiografia scientifica e critica, una mitologia utile a garantire il consenso (…)”, è possibile trovarli al seguente link http://www.diecifebbraio.info/testa-per-dente/ grazie alla Mostra didattico-documentaria in 18 pannelli “Testa per Dente – Crimini fascisti in Jugoslavia 1941-1945” visionabile per intero al seguente link http://www.diecifebbraio.info/2012/01/testa-per-dente-3/ o scaricabile integralmente al seguente link http://www.diecifebbraio.info/wp-content/uploads/2011/12/TESTA%20PER%20DENTE.pdf“.
“Per non cadere nell’equivoco della cosiddetta “memoria condivisa” – conclude la nota di Cobas – e poter continuare a distinguere tra storia e memoria, ovvero tra materia scientifica e relative interpretazioni (vedi il contributo del prof. Angelo Bitti – storico e ricercatore – al seguente link https://www.youtube.com/watch?v=-nUlb2_Nkfs&list=PLgWO2i5nUg3Qdu_6UGGXH1WfFRE0VRqje&index=3&t=10s) diventa pertanto assolutamente necessario riaffermare, carte alla mano, come la legge sul Giorno del ricordo, nella stragrande maggioranza dei casi, continui ad assegnare riconoscimenti alla memoria di centinaia di fascisti e criminali di guerra italiani, autori di uccisioni, torture e saccheggi.
Maggiori approfondimenti ai seguenti link:
http://www.diecifebbraio.info/elenco-dei-premiati-per-il-giorno-del-ricordo/
https://www.corriere.it/cronache/15_marzo_19/foibe-criminali-guerra-fascisti-300-combattenti-rsi-medaglie-ricevute-il-giorno-ricordo-49b164a6-ce59-11e4-b573-56a67cdde4d3.shtml
http://www.diecifebbraio.info/2021/01/lequivoco-della-memoria-condivisa/
Per amor di verità storica, al fine di poter distinguere ancora oggi nettamente gli aguzzini dai liberatori, in tempi in cui (cit). “(…) il «rovescismo», fase suprema del revisionismo (…) frutto finale di un lungo lavorio culturale, che dalle accademie è trapassato nel dibattito pubblico, tra giornalismo e politica professionistica (…)” ed è riuscito a generare mostri come la recente risoluzione del parlamento europeo fondata sulla equiparazione tra nazifascismo e comunismo – link https://ilmanifesto.it/il-mostro-storico-del-rovescismo-unisce-il-pd-e-orban/ – noi continueremo a ricordare tutto!”.