I consiglieri di opposizione Cristina Croce (Siamo Orvieto), Martina Mescolini, Franco Raimondo Barbabella (Prima gli Orvietani) e Federico Giovannini (Partito Democratico) hanno presentato un’interrogazione urgente a risposta scritta in merito all’ipotesi di realizzazione dell’impianto fotovoltaico a San Faustino.
Di seguito l’interrogazione integrale:
Risulta che, sulla base di un contratto di cessione del diritto di superficie di un terreno in località San Faustino tra Soc. Agricola San Faustino con sede legale in Roma e Econtaminazioni s.r.l.s. con sede in Frosinone, ormai circa un anno fa ECG Umbria s.r.l.s. con sede legale in Frosinone ha presentato alla Regione dell’Umbria la richiesta di un “Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale” (P.A.U.R.) per un “Progetto per la realizzazione di una centrale di generazione elettrica da fonte rinnovabile fotovoltaica da 34.200 kWp su tre campi: “Campo -1- 5.602,8 kW”; “Campo -2- 9.331,56 kW”; “Campo -3- 19.274,09 kW”, in sostanza 40 ettari di terreno.
Si è appreso però dal sito web del Comune che solo nella giornata di ieri 4 febbraio l’Amministrazione, resasi conto di aver omesso un atto obbligatorio, ossia di pubblicare all’albo del Comune l’avviso della possibilità per i cittadini di formulare osservazioni in merito a tale progetto, ha giustificato per bocca del Sindaco l’omissione con l’affermazione che è “solo un errore tecnico nella pubblicazione” ed ha provveduto a porvi rimedio appunto con la pubblicazione dell’avviso.
Tale situazione desta perplessità e preoccupazione, data anche la circostanza che l’iniziativa in questione si inserisce in un contesto che si caratterizza per due importanti aspetti che si congiungono: da una parte un pregresso di problemi in ordine all’uso del nostro territorio in termini di compatibilità ambientale delle proposte, e dall’altra la posizione strategica della nostra area, che si può prestare a penetrazioni di soggetti e relativi interventi orientati alla pura speculazione.
Con riferimento a quanto sopra e data la rilevanza sia dell’intervento in questione sotto diversi aspetti, sia del contesto appena accennato, si chiede alla S.V. di conoscere con urgenza:
1. Quale sia la ragione per la quale su un intervento tecnologico che impegna ben 40 ettari, con un impatto notevole su una vasta area e tale da aprire probabilmente la strada ad altri analoghi interventi, si sia potuta inceppare la regolarità della procedura amministrativa;
2. Come sia stato possibile che l’Amministrazione si sia resa conto dell’esistenza di un progetto di questa portata a distanza quasi di un anno dalla sua presentazione e, qualora invece ne fosse già a conoscenza, non si sia premurata nel corso del suo iter di farne oggetto di discussione pubblica e infine di verificare che i cittadini fossero stati messi nella condizione di esercitare il loro diritto di fare le osservazioni ritenute opportune e necessarie;
3. Se comunque siano state analizzate, e in quale modo e con quale esito, tutte le condizioni di compatibilità di un tale intervento al fine di orientare con fondamento il parere del Comune per la parte di competenza;
4. Se non ritenga in ogni caso, a parte l’aspetto puramente tecnico, che su iniziative di questo livello e di questo impatto debba essere fatta una analisi attenta di ciò che esse comportano in termini di cambiamento strutturale della fisionomia e dell’essenza stessa del nostro territorio;
5. Se dunque non ritenga necessario promuovere una iniziativa istituzionale per impostare e decidere con tempistica serrata le coordinate di una politica ambientale che da un lato ci faccia uscire dall’incertezza e dalla rincorsa a tamponare le situazioni, e dall’altro incoraggi gli investimenti seri, dotati di tutte le caratteristiche di compatibilità, produttività e solida permanenza.