di Matteo Tonelli, studio commerciale Tonelli-Catarcia
La legge di bilancio 2021 ha ulteriormente incentivato gli investimenti pubblicitari effettuati su giornali quotidiani e periodici, anche in formato digitale, riconoscendo un credito di imposta pari al 50% delle spese sostenute nell’anno.
Il credito di imposta sulle spese per pubblicità è in vigore già dal 2018 ma dal 2020 ed ancora più per il 2021 e 2022 è stato semplificato e rafforzato, infatti nella prima formulazione per il 2018 e 2019 il credito di imposta era calcolato al 75% ma solo sulle “spese incrementali” vale a dire che la base di calcolo era limitata soltanto alle maggiori spese sostenute nell’anno rispetto a quelle sostenute nell’anno precedente; in concreto se una impresa avesse mantenuto lo stesso budget di spesa per la pubblicità da un anno all’altro, non avrebbe avuto alcun beneficio sul secondo anno e successivi.
Per il 2020 questo meccanismo è stato modificato ed il credito di imposta stabilito nella misura unica del 30% sul totale delle spese sostenute nell’anno, senza più la condizione di aver effettuato investimenti incrementali rispetto all’anno precedente, ed inoltre con il Decreto “rilancio” del 2020 la percentuale unica è stata aumentata dal 30 al 50%. Si arriva così alla Legge di bilancio 2021 che conferma il credito di imposta nella misura unica del 50% delle spese sostenute nell’anno, limitando altresì l’ambito del beneficio alla sola pubblicità su giornali quotidiani e periodici escludendo le emittenti televisive e radiofoniche che erano invece comprese fino al 2020.
Il beneficio fiscale riconosciuto a fronte delle spese sostenute per pubblicità consiste in un credito di imposta, attivabile con una procedura piuttosto semplice e senza particolari formalità oltre alla ovvia corretta documentazione delle spese. Entro il 31 marzo 2021 deve essere inviata una comunicazione telematica di accesso al beneficio, che deve contenere l’importo complessivo degli investimenti pubblicitari effettuati e da effettuare entro l’anno 2021, ed il corrispondente credito di imposta richiesto. E’ importante perciò in questa fase determinare quanto più possibile precisamente il budget di spesa per il 2021.
E’ importante sottolineare che le richieste non vanno a formare una graduatoria, non sono previsti parametri di punteggio né è importante l’ordine cronologico di trasmissione; a meno di irregolarità formali non sanabili o di assenza dei requisiti, tutte le domande presentate potranno beneficiare del credito di imposta, fermo restando il limite imposto dai fondi disponibili che per il 2021 e 2022 ammontano a 50 milioni per ogni anno. In pratica se le richieste eccederanno il tetto di spesa stanziato, il credito verrà rimodulato fra tutti i beneficiari con la riduzione percentuale del credito di imposta in misura inferiore al 50%.
La rendicontazione a consuntivo delle spese sostenute nell’anno, che determinerà l’esatto importo del credito spettante, dovrà essere attestata entro il 31 gennaio 2022 da un professionista abilitato a rilasciare il visto di conformità (Commercialista, Consulente del Lavoro o responsabile CAF), il quale è chiamato a garantire la correttezza e la congruità delle spese sostenute e rendicontate. Il credito di imposta a questo punto maturato potrà essere utilizzato in compensazione del pagamento di imposte e contributi nella dichiarazione dei redditi relativa all’anno in cui sono state sostenute le spese.