La Pasquarella, la prima pasqua ossia la prima festa dell’anno, quest’anno non ci sarà! La tradizione di Castel Viscardo, conosciuta e molto diffusa, e il suo canto sacro arricchito d’appendici e immagini profane o bizzarre, in questo particolare momento storico si enumera e si aggiunge alle tante iniziative e tradizioni che si fermano a causa della pandemia.
Dopo attente riflessioni del Gruppo promotore e della Parrocchia di Castel Viscardo, si è giunti alla conclusione di quanto fossero stringenti i disposti governativi per provare a organizzare anche una, se pur minima, “celebrazione”. La canzone, di un autore ancora ignoto, che si distingue per essere suonata e cantata nelle vie e nei poderi di Castel Viscardo tra il pomeriggio del 5 e la notte dell’Epifania, in attesa che la situazione torni alla normalità si ferma, come parte della vita sociale di tutti noi.
È l’idea è proprio quella di fermarsi e di non suonarla, almeno dal vivo, proprio per evitare assembramenti che, la realtà lo dimostra ogni giorno, potrebbero essere pericolosi.
Il Gruppo provvederà, insieme alla Parrocchia, nel prossimo mese di novembre alla consueta celebrazione di messe per la salvezza delle anime dei defunti del paese, mantenendo l’impegno che risale almeno al Settecento a cura dell’allora Opera Pia chiamata del Purgatorio, il tutto pur senza la consueta questua e il solito giro delle abitazioni e rioni del paese. La tradizione non sopisce nei nostri cuori è solo rinviata al prossimo anno, magari con una sacralità, un senso popolare e una festa, perché no, che si auspicano ancora più sentiti e partecipati.