ORVIETO – Nessun locale del centro storico di Orvieto ha aderito all’iniziativa lanciata sui social da alcuni ristoratori del nord Italia. In barba alle norme in vigore, che prevedono il solo asporto per la cena, gli organizzatori della protesta “IoApro” hanno chiesto ai colleghi di tutta Italia di effettuare anche il servizio ai tavoli la sera del 15 gennaio. Il tam tam della protesta è dilagato sui social, a detta di chi l’ha organizzata ma a Orvieto non sembra aver trovato terreno fertile.
A dire il vero, secondo quanto riportato da diversi organi di informazione, anche a livello nazionale c’è il rischio di un clamoroso flop, dopo che anche esponenti di primo piano dell’opposizione di centrodestra avevano dato il loro sostegno: sul sito degli organizzatori non risulta nessun locale aderente tra Milano e Palermo!
Un fuoco di paglia di qualche leone da tastiera? È quello che pensano le associazioni di categoria aderenti a Confcommercio e Confindustria che si sono dette contrarie a questa iniziativa fin da subito. Nei locali orvietani, a dire il vero, regna sovrana la rassegnazione. Anche all’ora di pranzo i tavoli sono pressoché vuoti, tanto che la maggior parte dei locali risulta essere chiusa; nessuno ha voglia di parlare, tanto meno di aderire ad una protesta che rischia di essere un boomerang, oltre che un ulteriore danno economico derivante da eventuali sanzioni amministrative. Un ristoratore sconsolato apre la cassa con fare rassegnato, pochi spiccioli e nessuna banconota all’interno: “Anche oggi non è entrato nessuno e va avanti così da giorni, anzi da mesi”, dice.
Qualcun altro non era a conoscenza neanche della protesta e comunque non avrebbe aderito: “Lavoro con l’asporto e cerco di accontentarmi, francamente il lavoro la sera non manca anche se non posso dire che i numeri siano quelli di prima. D’altronde se la situazione è questa ci si può far poco”, conclude. Riccardo Baiocco, titolare del ristorante “Il Malandrino” e rappresentante a livello regionale di categoria ci va giù duro: “Le nostre organizzazioni stanno lavorando sodo con il governo per trovare una soluzione minima, questa protesta non ha senso, rischia di essere controproducente e di mettere in cattiva luce la nostra categoria”, dice. “Abbiamo ottenuto alcuni risultati anche recentemente riguardo lo scostamento di bilancio a 32 miliardi, dobbiamo marciare assieme senza stare dietro a questi leoni da tastiera che non hanno seguito, tra l’altro”, conclude. (G.M)
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