ORVIETO – La città di Orvieto ha dato i natali a molti personaggi illustri, alcuni di loro ancora oggi ricordati e celebrati altri purtroppo un pochettino dimenticati e poco conosciuti specialmente dalle nuove generazioni.
Ugo Moretti intellettuale tout court, è stato giornalista, scrittore e sceneggiatore cinematografico, è da annoverarsi tra gli orvietani illustri oggi purtroppo non abbastanza ricordati e celebrati.
E’ stata una figura cardine per la cultura romana nel secondo dopoguerra spaziando dall’attività giornalistica a quella letteraria e poetica, di cui si ricorda maggiormente la sua produzione erotica.
Come scrittore esordì nel 1949 con Vento caldo (Trevi, Roma, 1949) che ottenne il Premio Viareggio di Poesia ex aequo a cui fece seguito la raccolta di racconti Gente al Babuino (Vallecchi, Firenze, 1955), citato da egli stesso nella riedizione Newton Compton durante un’intervista a cura di Velio Carratoni apparsa nel 1987 sulla rivista Fermenti.
“Gente al Babuino – aveva dichiarato Moretti stesso durante l’intervista – che ripubblica la Newton Compton per illuminazione dell’Editore dopo trent’anni di latitanza nelle librerie italiane (intanto negli anni successivi fu pubblicato negli Stati Uniti, in Inghilterra, in Giappone, in Germania, in Austria, in Grecia, e in Spagna) è intatto e identico alla sua prima stesura per cui molti personaggi — facilmente identificabili negli Anni Cinquanta oggi sono scomparsi, come sono scomparsi certi fondamentali ambienti, al Circolo Artistico alla trattoria di Colombo, da Peppino lo Zozzone a Mondino, dal Piccolo Slam alla Sala da Té delle Russe. Al Baretto, invenzione disperata mia e di tre amici, si sono avvicendati quattro gestori da Orlando a Bruno, da Gianni alla sua Vedova ma il clima è rimasto sempre lo stesso. Da Notegen, Tomaso il più anziano ha raggiunto il suo sogno, di vivere a Ibiza, ma l’energica cognata Teresa sta rinverdendo le glorie del caffè più antico del Babuino con l’ospitalità dei poeti sotto il segno di Montale, ninfa Maria Luisa Spaziani”.
Da ricordare anche la sua nutrita produzione di gialli, scritti sotto pseudonimo, e la collaborazione come sceneggiatore con grandi registi come Marco Ferreri per L’Harem(1967) e Umberto Lenzi per Orgasmo (1969) e La legione dei dannati (1969), ma anche le sue poetiche prefazioni all’opera lirica dell’amico e collega orvietano Angelino Rossi.
Ma anche se poco noto ai più Orvieto non ha mai dimenticato il lascito culturale di Ugo Moretti, difatti nel 2013 per Istituto Storico Artistico Orvietano a Palazzo Coelli sede della Fondazione CRO Guido Barlozzetti e Antonio Carlo Ponti organizzarono una conferenza dal titolo “In ricordo di Ugo Moretti”. (Valentino Saccà)
(foto di Cristina Lambardi)