Nei mesi precedenti i giovani del Rotaract Club impegnati socialmente sul territorio orvietano, avevano promosso il progetto Reboot che prevedeva il recupero di pc obsoleti che, una volta ricondizionati, tornano a funzionare.
Il service mirava ad aiutare tutti coloro che per motivi economici non potevano permettersi l’acquisto di un nuovo computer. Molte famiglie hanno contattato il Club poiché l’emergenza che tuttora stiamo vivendo, ha impedito il ritorno a scuola e quindi ha rafforzato ancora di più la DAD (didattica a distanza).
Gli italiani per antonomasia sono amanti di nuclei famigliari numerosi, seduti convivialmente allo stesso tavolo, ma con un solo cuore che batte all’unisono di tutti gli altri. Insieme si sta meglio che da soli, ci si dà la mano aiutandosi in tutte le difficoltà. Se prima bastava passarsi i grembiulini per la scuola o i libri già sottolineati dei fratelli o delle sorelle maggiori, ora non è più sufficiente.
Generazioni di studenti dal mese di marzo sono costretti a studiare virtualmente, passando ore e ore sul computer per cercare di captare qualcosa da uno schermo luminoso, che fa trapelare nozioni e lettere, ma che annulla del tutto le emozioni. I ragazzi così hanno perso il senso della socialità, la bellezza del suono della campanella e la delicatezza nel dividere un bel panino alla mortadella con il compagno di banco, che quel giorno aveva nello zaino una triste merendina.
In mezzo a questo caos che ha sconvolto le nostre vite, l’istruzione deve andare avanti, perché un Paese può dirsi civile e degno di questo nome, solo ed esclusivamente se mette alla base del funzionamento politico-sociale la scuola e la sanità, cardini imprescindibili.
Il diritto all’istruzione va protetto e tutelato da ogni possibile minaccia. Il progetto Reboot ha riscosso notevole successo, molte persone bisognose hanno potuto ottenere dei pc funzionanti così da farci studiare i loro figli. Non tutti possono permettersi di avere uno o più computer, perché persiste una notevole flessione economica, perché la cassa integrazione non arriva, perché oltre agli oggetti virtuali bisogna fare la spesa e pagare le bollette, perché lo Stato sostanzialmente promette, ma spesso non riesce a mantenere quando detto.
Ci si ritrova soli con mille problemi e con un bambino delle elementari che ancora fatica a leggere e a scrivere. In una generazione di viziati e consumisti ben abituati vi è uno spreco senza precedenti di materiale elettronico, un massimo di quattro anni e poi via nel cestino perché passare ad un famigliare un vecchio maglione senza più la lana va bene, ma cedere un computer pressoché funzionante è vergognoso.
La psicologia sociale come si evince, è vittima di un vortice rapido che mette la moda al primo posto e abolisce il termine parsimonia. Per questi motivi il Rotaract Club ha deciso di prorogare il service cercando di aiutare più persone possibili. Chiediamo cortesemente di rovistare nei vostri magazzini dove in genere siete soliti riporre oggetti che non usate e contattarci qualora troviate computer vecchi, ma che giustamente rianimati possono tornare a funzionare, c’è ancora tanto bisogno di aiuto.
Donare un portatile oggi significa avere un possibile professionista domani, che grazie al tuo sostentamento ha potuto proseguire gli studi, perché il primo passo per migliorare è smettere di ignorare. Questo Natale sarà diverso per tutti, finirà sui libri di storia e la parola d’ordine sarà mancanza di una normalità perduta. Nonostante ciò dobbiamo essere forti e coraggiosi perché uniti usciremo da un anno bisestile con una pandemia da Covid e ci riapproprieremo delle nostre vite. Sull’albero appendiamo una pallina all’insegna della solidarietà, perché aiutare il prossimo è un atto d’amore di generosità. (Clarissa Bellocci)
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