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Home Viterbo

Giardino sostenibile fuori dal Palazzo di Giustizia di Viterbo. Progetto di riqualificazione Unitus

Redazione 2 by Redazione 2
23 Dicembre 2020
in Viterbo, Territorio, Archivio notizie
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VITERBO – Presso l’Azienda Agraria dell’Unitus, il Tribunale e Procura della Repubblica di Viterbo, l’Università della Tuscia, la Casa Circondariale di Viterbo, l’Ordine degli avvocati di Viterbo, Unicoop Tirreno e AzzeroCO2, hanno sottoscritto un accordo per la riqualificazione dell’area verde esterna del Palazzo di Giustizia di Viterbo attraverso la progettazione e realizzazione di un giardino sostenibile.
Un progetto, il primo del genere in Italia, che andrà a vantaggio del verde urbano, del contrasto ai cambiamenti climatici e della qualità dell’aria e che avrà anche importanti finalità formative. L’accordo prevede la progettazione, la realizzazione e il mantenimento di un’area a verde esterna al Palazzo di Giustizia.
A tale scopo verranno selezionate e messe a dimora specie arboree, arbustive e erbacee idonee a sottolineare lo scorrere delle stagioni durante tutto l’anno solare e adatte alle caratteristiche climatiche e pedologiche dell’area. Lo spazio verde verrà, inoltre, suddiviso in aree tematiche salvaguardando e valorizzando anche gli esemplari già presenti. Le fasi di progettazione e gestione saranno accompagnate da attività formative che vedranno il coinvolgimento, oltre che degli studenti dell’Università della Tuscia, anche dei detenuti della Casa Circondariale di Viterbo formati e guidati dal personale dell’Orto Botanico, dell’Azienda Agraria e del DAFNE. Saranno inclusi nell’iniziativa i detenuti già operanti come giardinieri presso il Palazzo di Giustizia in base ad una precedente convenzione. Tutto il progetto “verde” è stato oggetto della tesi di laurea della neo dottoressa Deila Di Fiordo, discussa qualche giorno fa.

 

“Con il professor Giuseppe Colla e con i suoi bravissimi collaboratori – ha dichiarato  Maria Rosaria Covelli presidente del Tribunale – abbiamo fortemente voluto la realizzazione di un progetto unico nel suo genere a cui lavoravamo da tempo. La vasta area esterna del Palazzo di Giustizia necessitava di cura e manutenzione, attualmente effettuata da due detenuti della Casa Circondariale di Viterbo, in forza di una Convenzione sottoscritta con Casa Circondariale e altri soggetti pubblici e privati due anni fa.
La presente iniziativa si fonda su analoga e proficua collaborazione tra Istituzioni del Territorio e Soggetti pubblici e privati ma aggiunge  altri  obiettivi  e  si caratterizza   per l’apporto determinante dell’Università della Tuscia  e  dei promotori  di  un programma nazionale assai rilevante sotto il profilo ambientale,  la Cooperativa Unicoop Tirreno  e  la società AzzeroCO2.  Al rettore Stefano Ubertini e al professor Giuseppe Colla dell’Università della Tuscia  e  ai legali rappresentanti di tali società va innanzi tutto il mio  ringraziamento.  La funzione e lo scopo dell’iniziativa,  oggetto della presente Convenzione,  sono sia di riqualificazione  dell’area verde,  con grandissimi benefici estetico- funzionali – fatti oggetto anche della  tesi di laurea di una studentessa dell’Unitus –  benefici di cui usufruiranno non solo il personale di Palazzo di Giustizia, ma anche  l’Utenza, la collettività, il  territorio,  sia di formazione di  studenti dell’Università della Tuscia,  sia  di un percorso di reinserimento sociale di detenuti della Casa Circondariale, con svolgimento di attività di tirocinio formativo e di volontariato.  Ringrazio anche la direttrice della Casa Circondariale e l’Ordine degli Avvocati di Viterbo per l’impegno profuso per consentire tale percorso”.

“Un proficuo dialogo tra le istituzioni– ha chiosato Paolo Auriemma  procuratore della Repubblica di Viterbo- è la base della crescita di un tessuto sociale che a Viterbo si caratterizza per laboriosità ed entusiasmo. Con questa iniziativa vogliamo porre un nuovo tassello alla costruzione  della realizzazione di un coinvolgimento delle diverse sensibilità istituzionali nel territorio”.     

“Si tratta di un’iniziativa molto rilevante – ha specificato Stefano Ubertini rettore dell’Università della Tuscia – che mette insieme diversi aspetti sociali, ambientali e formativi. Accanto alla cura delle aree verdi ed allo studio delle specie vegetali, l’attività coniuga il reinserimento sociale dei detenuti alla formazione sul campo degli studenti. E la partecipazione congiunta di Università, Tribunale, Procura e Casa Circondariale testimonia il grande spirito di collaborazione che caratterizza il nostro territorio. Un riconoscimento anche alla indispensabile e fattiva collaborazione di Unicoop Tirreno e di AzzeroCO2”.

“L’attività si trova già in una fase operativa – ha aggiunto il professor Giuseppe Colla direttore dell’Azienda Agraria e dell’Orto Botanico dell’Università della Tuscia – grazie alla redazione del progetto di riqualificazione dell’area a verde del Palazzo di Giustizia di Viterbo, recentemente presentato come tesi di laurea dalla studentessa Delia Di Fiordo sotto la guida del personale dell’Orto Botanico, dell’Azienda Agraria e di colleghi del Dipartimento DAFNE”.

” La partecipazione a questo progetto – ha sottolineato Anna Maria Dello Preite direttrice della Casa Circondariale “Mammagialla” di Viterbo- conferma la collaborazione tra la casa circondariale ed alcune delle più importanti istituzioni della realtà locale finalizzata alla progettazione di concreti percorsi di reinserimento sociale e lavorativo dei detenuti. Le competenze professionali che saranno acquisite al termine delle attività di tirocinio, debitamente certificate,  potranno essere spese dai detenuti una volta rientrati nella società da persone libere”. 

“Il 26 febbraio 2020 Unicoop Tirreno ha compiuto 75 anni: un traguardo importante, celebrato con la campagna “Un nuovo socio, un nuovo albero” che ci ha permesso di piantare un albero per ogni socio Coop di età inferiore ai 30 anni – ha aggiunto Massimo Favilli, direttore soci e comunicazione Unicoop Tirreno. Con Viterbo arriviamo alla quarta e ultima tappa del nostro percorso assieme a Mosaico Verde, dopo le piantumazioni di Roma, Livorno e nel Parco della Maremma. Concludiamo la campagna nel migliore dei modi, perché oltre ad AzzeroCO2 e Legambiente a Viterbo si aggiunge la prestigiosa presenza dell’Università della Tuscia, con la quale siamo onorati di collaborare anche su altri progetti, contribuendo alla formazione degli studenti. L’idea infine di coinvolgere i detenuti della Casa circondariale darà ancora più spessore all’iniziativa, unendo la dignità, il riscatto sociale, le giovani generazioni e la difesa del nostro pianeta in un unico momento corale”.

Il progetto si inserisce all’interno della Campagna nazionale Mosaico Verde, ideata e promossa da AzzeroCO2 e Legambiente, nata con lo scopo di facilitare l’incontro tra le necessità degli enti locali di recuperare aree verdi e la volontà delle aziende di investire risorse nella creazione o tutela di boschi permanenti, come misura di Responsabilità Sociale d’Impresa.

“Come AzzeroCO2 siamo orgogliosi di partecipare a questo progetto per la realizzazione di un’area verde all’interno del Tribunale di Viterbo – ha dichiarato Sandro Scollato amministratore delegato di AzzeroCO2- . Un intervento di grande importanza sia ambientale che sociale in quanto vedrà il coinvolgimento di alcuni detenuti della Casa Circondariale di Viterbo che prenderanno parte alla forestazione all’interno di un percorso di integrazione socio-formativa. Un’iniziativa di pregio, dal grande valore ecosistemico e civico, che ci auguriamo possa essere di ispirazione per futuri analoghi interventi”.

“Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati- afferma il presidente avvocato Stefano Brenciaglia – è stato ben lieto di aderire alla lodevole iniziativa, che, grazie all’apporto di nuovi soggetti e nuove professionalità, si pone nel solco della precedente convenzione stipulata tra Ordine, Tribunale e Casa Circondariale di Viterbo. Siamo fieri di dare il contributo ad un progetto che non solo permette una riqualificazione delle aree esterne al Palazzo di Giustizia, ma soprattutto rappresenta uno strumento di attuazione concreta della funzione rieducativa della pena sancita della Costituzione, consentendo ai detenuti di acquisire una professionalità da riutilizzare, una volta scontata la pena, nel mondo del lavoro. L’Ordine si farà carico di assicurare ai futuri giardinieri la copertura assicurativa contro gli infortuni”.

 

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