ORVIETO – La Cooperativa Sociale “Il Quadrifoglio” di Orvieto, in associazione con altre istituzioni e associazioni, si aggiudica due bandi, per un totale di 165mila euro, per progetti destinati ai bambini e ragazzi dell’Orvietano finanziati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimenti delle Pari Opportunità (STEM2020) e delle Politiche per la Famiglia (EduCare).
Il primo progetto, iniziato il 16 novembre e realizzato con il contributo della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Pari Opportunità nell’ambito dell’avviso STEM2020, ha per titolo “GIOCHIamo le STEM”. È stato elaborato da un team composto dalla “Quadrifoglio” (capofila), dal Centro Studi “Città di Orvieto” e dall’Istituto Comprensivo Orvieto Baschi e dispone di un budget di 15mila euro e riguarda la diffusione delle competenze STEM tra bambine e ragazze.
STEM è un acronimo che sta per “Sciences, Technology, Engineering and Mathematics” – scienze, tecnologie, ingegneria e matematiche – discipline sulle quali si sta edificando la società del futuro. Le statistiche OCSE mostrano, per l’Italia, il persistente divario di genere nell’accesso agli studi scientifici.
Le donne che occupano posizioni tecnico-scientifiche rappresentano poco più del 30% sul totale e solo il 5% delle 15enni italiane aspira a intraprendere una professione tecnica e scientifica.
Alla base del divario si trovano condizionamenti culturali e stereotipi che si sono autoreplicati negli anni confermando uno stato di cose che, in Italia, rischia di divaricare ancora di più carriere, stipendi e accesso alla conoscenza. Ponendo ragazze e ragazzi nelle medesime condizioni di partenza e di dotazione educativa e formativa, i divari vengono annullati. Anzi, le ragazze ottengono risultati universitari mediamente più brillanti.
Le proposte di “GIOCHIamo le STEM” si rivolgono tuttavia a studenti di entrambi i sessi, con una prevalenza femminile fissata al 60%. Sei i percorsi di approfondimento: due dedicati alla matematica, due all’ambiente, uno alla programmazione informatica (coding) e uno alla fisica-chimica. Coinvolti bambine/i e ragazze/i da 6 ai 17 anni accolti, nel rigoroso rispetto delle normative anti-covid, presso la sede Digipass di Orvieto e il laboratorio multimediale del Centro Studi Città di Orvieto. Innovativa la metodologia proposta: cooperative learning, approccio metacognitivo, peer education, learning by doing con l’ausilio di tecnologie digitali, software didattici e giochi a tema. La conclusione è prevista prima delle vacanze di Natale.
Il secondo, il più consistente per impegno e risorse (150mila euro per sei mesi), ha per titolo “All’Aria aperta. Officine d’autore” ed è stato elaborato da un’Associazione Temporanea di Scopo con capofila la Cooperativa Sociale “Il Quadrifoglio” insieme al Centro Studi Città di Orvieto, la Cooperativa Sociale di Comunità OASI di Allerona, l’Associazione “Artemide” e l’Associazione “Nuova Pegasus”.
Si compone di 8 iniziative: Bibliobus, Ciclofficina, Officina Land Art, Officina delle Stelle, Officina verticale, Officina delle erbe e dei sapori, Officina Teatro, Visual Factory. Da aprile a settembre del prossimo anno si metteranno all’opera i libri (anche parlanti) di una biblioteca su quattro ruote, le biciclette e le tecniche di manutenzione e recupero, le sculture naturali, la fotografia, l’osservazione astronomica, le arrampicate, la scoperta delle piante selvatiche commestibili, il teatro delle pluralità animate.
Tante cose tenute insieme dall’idea di realizzare un’esperienza vibrante di educazione all’aperto, a contatto con la natura, intesa come luogo di osservazione, apprendimento sperimentazione. Ad orientare le proposte in questo senso la necessità, ancora per i mesi a venire, di svolgere attività con i più giovani all’aperto per ridurre e prevenire il rischio di contagio. Tante le competenze multidisciplinari al lavoro per restituire ai più giovani il piacere di un mondo che, durante i mesi di lockdown e di didattica a distanza, si era come ristretto. E non a caso si parla sempre più spesso di “sindrome della capanna”, una collezione di sintomi riconducibili al disorientamento che i più giovani avvertono nel ricominciare a prendere contatto con l’esterno.
Riscoprire l’ambiente esterno, i luoghi e la materia, il piacere della cooperazione e dell’invenzione, dei ruoli, delle attività di manipolazione e ludiche diventano sistemi di riconnessione con il sé e gli altri, con la natura e le emozioni finalmente liberate da un confinamento che mal si accorda con energie giovani in cerca di forme creative e di amicizie e presenze reali.
“Con i progetti dei bandi STEM ed EduCare – ha detto Liliana Grasso, Presidente della Fondazione per il Centro Studi ‘Città di Orvieto’ – consolidiamo e rafforziamo una rete di proficue collaborazioni tra diversi soggetti del terzo settore e istituti scolastici. Al di là della soddisfazione per aver acquisito risorse da destinare al futuro dei più giovani e di un’uguaglianza di genere tutt’altro che raggiunta, mi sembra opportuno dare il giusto e meritato riconoscimento a questa ‘fabbrica virtuosa’ – ricca di competenze, energie e voglia di fare – che lavora per la città e per le persone che la abitano. Come CSCO ci sentiamo parte responsabile, con le nostre specificità e originalità, di questo promettente ‘cantiere’ che mettiamo al servizio del necessario ‘rinascimento’ orvietano”.