Ci sono fatti di cronaca che entrano dentro e date che inevitabilmente ce li ricordano: le stragi dell’11 settembre 2001 a New York o gli attentati a Parigi del 13 novembre 2015, hanno segnato per sempre il nostro vissuto quotidiano. Quando le date si fondano con i drammi che le hanno caratterizzate, come nel riflesso pavloviano, basta citare il fatidico giorno per rievocare il dolore, lo sconcerto, la destabilizzazione delle certezze che ad esso sono legati. Ed è così anche per il 25 novembre! Nell’immaginario collettivo questa data ci riporta ad uno dei più odiosi crimini commesso dagli uomini, il femminicidio, fenomeno che ha avuto un incremento esponenziale negli ultimi decenni, crescendo di pari passo alle sacrosante rivendicazioni dei diritti da parte delle donne.
Vorremmo non dover celebrare questa ricorrenza, vorremmo che fosse un giorno come tanti altri, ma le tante (troppe) morti, vite crollate sotto i colpi di mariti, compagni, fidanzati o anche padri, non possono essere cancellate dalla falce distruttrice del tempo. Purtroppo moltissime di queste violenze si consumano in famiglia, lavate come i “panni sporchi” con il sangue innocente di tante donne che pagano a caro prezzo i loro aneliti di libertà. “La vita dei morti sta nella memoria dei vivi” scriveva Marco Tullio Cicerone, quindi non possiamo non celebrare il ricordo di tante Donne, vittime innocenti di una assurda deformazione del concetto di famiglia, da luogo deputato alla tutela dei suoi componenti a luogo dove consumare le più efferate violenze, sia fisiche che psicologiche. La FIDAPA BPW Italy, Federazione Italiana Donne Arti Professioni e Affari, vuole dare il proprio contributo alla causa della lotta contro il femminicidio.
Lo scorso anno la presidente Laura Cicognolo e il Direttivo organizzarono un convegno al quale offrirono un fattivo contributo anche “Il filo di Eloisa” e “L’Albero di Antonia”, associazioni impegnate sul territorio contro la violenza di genere. Quest’anno, imperanti le normative anti assembramento dovute alla pandemia di Covid-19, non è possibile creare eventi simili a quello dello scorso anno. Nonostante ciò la FIDAPA di Orvieto vuole celebrare questo giorno con la convinzione che è necessario, anzi, doveroso, per una associazione di donne, conservare la memoria, mantenere i riflettori accesi sul tragico dramma della violenza di genere.
E in questa occasione, la presidente Fidapa e il Direttivo vogliono ricordare ad un anno dalla loro scomparsa Rosalba Politi e Cinzia Carletti, concittadine barbaramente strappate alla vita per mano di chi avrebbe dovuto proteggerle. Inoltre, la Fidapa è da sempre a fianco di tutte le associazioni del territorio che hanno a cuore la lotta contro la violenza di genere o che si occupano di sostenere le donne in difficoltà, con la convinzione della necessità di fare rete e unire le forze.
Da questa volontà sono nate alcune iniziative: il progetto “Nel Corpo” che la FIDAPA di Orvieto ha affidato ai giovani di “Io ci sono per la Cultura”, “Illumina di rosso la tua città” e i progetti multimediali sul tema realizzati da “L’Albero di Antonia”, “Il filo di Eloisa”, “LAB per i Diritti – Human Rights Projects”, “Accoglienza e Solidarietà”. Progetto “Nel Corpo”:
L’intento del gruppo “Io ci sono per la Cultura” è stato quello di dare un contributo attraverso un’azione artistica finalizzata alla sensibilizzazione di tutta la cittadinanza riguardo al tema della Violenza sulle Donna. Sono state create delle immagini, formate da tasselli fotografici, che ritraggono porzioni di corpo appartenenti a donne differenti. La realizzazione è avvenuta grazie al contributo volontario di donne del territorio di età e nazionalità differenti: l’Unicità nella Diversità. Il corpo femminile, sezionato dagli scatti della giovane fotografa Agnese Capalti, è stato sapientemente ricomposto a creare le immagini raffigurate nei manifesti che sono stati affissi per le vie della città. Il progetto ha avuto il patrocinio del Comune di Orvieto.
“Illumina di rosso la tua città” è una idea della Presidente del Centro Pari Opportunità della Regione Umbria, Caterina Grechi, che Laura Cicognolo ha prontamente colto e presentato all’amministrazione comunale. La sindaca Roberta Tardani, socia FIDAPA e donna attenta e sensibile al tema, ha acconsentito ad illuminare di rosso il palazzo del Comune di Orvieto, cuore pulsante della vita politica e sociale. Il faro rosso sull’imponente facciata sarà un monito, un segnale, un “grido rosso”, una potente sinestesia rivolta sia alle donne vittime di maltrattamenti, per invitarle a non subire più, sia a tutte le persone, uomini e donne, affinché il fenomeno della violenza non venga sottovalutato.
Il rosso, colore che allude alla cieca brutalità che spezza vite e distrugge sogni, deve accendere i cuori e illuminare le menti per diffondere un collettivo “NO” al dramma del femminicidio. Quest’anno la luce rossa sulla facciata del Comune brillerà anche per Rosalba e Cinzia. La Fidapa invita uomini e donne, nella giornata di domani, ad indossare qualcosa di rosso, invita i commercianti a partecipare a questa iniziativa di sensibilizzazione esponendo nelle proprie vetrine un simbolo rosso per far crescere la consapevolezza che questa battaglia va combattuta tutti insieme.
L’associazione “Accoglienza e Solidarietà” presenta in un documento la sua storia e il suo operato nel
territorio: https://drive.google.com/file/d/16RzugZG2CmzTaBGgL7MNxKKbW39wTM-I/view?usp=sharing
L’associazione “L’Albero di Antonia” di Orvieto ha realizzato un video:
Il video presenta uno sguardo sull’azione di prevenzione e contrasto alla violenza degli Organismi internazionali e dei Governi ed in particolare sull’impegno politico e sociale dei movimenti femministi nazionali ed internazionali per il rispetto dei diritti umani; uno sguardo impegnato può diventare un viaggio nell’umanità. L’associazione in quanto presidio territoriale contro la violenza di genere sin dal 2005 e fondatrice dell’omonimo Centro Antiviolenza della Rete Antiviolenza della Regione Umbria, invita tutti e tutte a prendere posizione contro la violenza di genere e ad agire il cambiamento culturale in ogni luogo.
L’associazione Il filo di Eloisa, in questo 2020 che a causa del lockdown ha visto un appesantirsi delle
condizioni di vita materiale delle donne e un aggravarsi di episodi di violenza domestica, ha voluto allargare
lo sguardo anche alla situazione internazionale, dove, oltre alle violenze private, si moltiplicano le violenze
estreme contro le donne a livello politico e istituzionale, sia in situazioni di pace sia, in modo crudele e
sistematico volto a perpetuare un controllo a partire dai corpi, in situazioni di guerra.
Sono state dunque ricordate con un video donne vittime dello stupro di guerra come quelle yazide, e giornaliste, avvocate e attiviste per la parità di genere e per i diritti umani uccise o perseguitate per la loro azione: da Nadia Murad Basee a Hevrin Khalaf, Nuncan Baysal, Daphne Caruana Galizia, Viktoria Marinova, Shirin Ebadi, Nasrin Sotoudeh.
LAB per i Diritti – Human Rights Projects, è un’associazione nata da poco con l’obiettivo di sostenere le
donne nell’affrontare in modo consapevole la vita di tutti i giorni. Il testo del primo video è stato scritto da
Flavia Rizzica su idea di Tanja Nannarelli. La lettrice è Daniela Viola, riprese di Cristiana Buonasorte.
Nel secondo video Daniela Viola legge “La Donna dai capelli d’oro” tratto dal libro “Le Donne che corrono coi lupi” di Clarissa Pinkola Estés.
Contributo dell’artista Rosaria Vagnarelli – Progetto “Scarpette rosse in ceramica”: