“Sono stanca”
“Un’infermiera ieri mi ha detto: Ringrazia Dio che hai la barella, c’è gente che sta su una sedia da cinque giorni”
Resto impietrito per un tempo che non so quantificare, lo sguardo fisso su quei messaggi appena arrivati su whatsapp. La notizia è arrivata improvvisa e inaspettata una domenica mattina di un autunno che sa di primavera, in una giornata con un sole così sembra che nulla di brutto possa accadere.
Eppure ci siamo scritti pochi giorni fa, ci dovevamo sentire come tante altre volte negli ultmi venti anni, alcuni dei quali abbiamo lavorato assieme.
Quarantaquattro anni, niente patologie pregresse, in buonissima salute, il Covid l’ha presa in pieno come un treno in corsa, con quella diagnosi classica di polmonite interstiziale bilaterale che ti fa sobbalzare il cuore e ti gela il sangue.
Non sta in Umbria ma poco importa in questo momento la sua collocazione geografica. Sta in un ospedale, in Italia e questo basta e avanza. Il Covid finisce di essere la notizia piena di numeri ed entra nel mio quotidiano, nei miei affetti più cari: le immagini che mi posta sono terribili, molto più di quelle viste in TV o sui social e raccontano di una realtà altamente drammatica.
Non mancano i respiratori o apparecchi sofisticati, mancano letti e persone anziane sono buttate su una poltrona da giorni. “Sei fortunata”, le dice l’infermiera, perché se ti ammali gravemente di Covid la fortuna risiede nell’avere un letto o una barella dove stare.
Questo è, questo era solo tre giorni fa a un’ora e mezza di auto da Orvieto ma potrebbe essere ovunque, chissà, anche qui. Forse è per questo che muoiono centinaia di persone al giorno, forse è per questo che gli sforzi sovrumani di tutti gli operatori sanitari non sono sufficienti a garantire un’adeguata assistenza a tutti. Oggi le cose sembrano andare meglio, i medici stanno provando a toglierle l’ossigeno almeno per un po’.
Quanto è sbagliato questo mondo dove la fortuna non è uguale per tutti: per alcuni risiede nell’avere un letto in ospedale, mentre per altri nell’aver fatto una dichiarazione discutibile su una spiaggia siciliana che ha spalancato le porte di comparsate TV e case discografiche. Nientemeno. (G.M)