Il Centro Pari Opportunità della Regione Umbria sta organizzando una campagna di sensibilizzazione sul territorio regionale che si terrà mercoledì 25 novembre, in occasione della Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne.
Alla campagna sta aderendo gran parte dei Comuni umbri che si uniranno a distanza in un gesto simbolico collettivo accendendo di luce rossa spazi significativi in ogni città.
Il rosso, infatti, se da una parte rappresenta il lato più oscuro della violenza di genere (il sangue versato delle tante donne uccise) nelle intenzioni delle promotrici vuole anche indicare una luce di speranza: quella della forza, dell’amore di sé, della passione per la propria libertà che le donne possono trovare in se stesse e nella relazione con le altre per uscire insieme dalla schiavitù della violenza. Il rosso vuole inoltre significare che l’attenzione e l’impegno contro la violenza di genere devono essere sempre nel cuore delle Istituzioni.
La ricorrenza del 25 novembre assume quest’anno particolare a causa della pandemia e delle misure di restrizioni anti-contagio adottate dai governi di tutto il mondo che, per molte donne già vittime di violenza domestica, hanno significato un aggravamento del problema ed una crescente difficoltà nel chiedere aiuto o sporgere denuncia. “L’iniziativa, alla quale auspico si vorranno unire tutti i Comuni umbri così che l’evento testimoni un impegno corale e condiviso – afferma la presidente del Centro, Caterina Grechi – sarà utile per ricordare alla cittadinanza che in Umbria sono sempre operativi tutti i servizi della Rete preposta alla prevenzione e al contrasto della violenza di genere e che è possibile contattare, 24 ore su 24, il Numero Verde regionale 800.861126, a cui rispondono le operatrici dei centri antiviolenza per garantire una risposta alle donne vittime di violenza e ai loro figli e figlie, fornendo loro ascolto, accoglienza e ospitalità nelle emergenze”.
A oltre vent’anni dalla sua istituzione, la Giornata continua a essere una ricorrenza importante. In tutto il mondo la violenza è una delle prime cause di morte delle donne tra i 16 e i 44 anni e l’omicidio è compiuto spesso da persone conosciute, in particolare mariti, compagni, partner o ex partner. L’Italia non fa eccezione: i dati ISTAT mostrano che il 31,5% delle donne ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale. Le forme più gravi di violenza sono esercitate da partner, parenti o amici. Il 43,9% degli omicidi di donne sono commessi da un partner.
La violenza ha effetti negativi a breve e a lungo termine, sulla salute fisica, mentale, sessuale e riproduttiva di chi la subisce. Le conseguenze possono determinare per le donne isolamento, incapacità di lavorare, limitata capacità di prendersi cura di se stesse e dei propri figli. Anche i bambini che assistono alla violenza all’interno dei nuclei familiari possono soffrire di disturbi emotivi e del comportamento. “La violenza sulle donne è una violazione sistematica dei diritti umani – conclude la presidente del CPO – un crimine odioso che affonda le sue radici nella cultura del possesso; è anche un problema di sanità pubblica, i cui effetti si ripercuotono sul benessere dell’intera comunità”.
Fonte: Regione dell’Umbria