di Valeria Cioccolo
Oggi – venerdì 23 ottobre – ricorrono i cento anni dalla nascita di Gianni Rodari. Io ho un ricordo bellissimo di Rodari. Facevo la quarta elementare (era il 1984!) e la maestra Rosita ci disse che ci sarebbe stato un concorso di favole, dedicato allo scrittore. La mia mente aveva subito cominciato a immaginare, e le prime parole di quella storia avevano cominciato a crearsi nella mia mente.
“Un giorno Orvieto, stanco di vedere sempre lo stesso panorama, decise di fare un giretto per l’Italia…” il racconto iniziava così. Non me la dimenticherò mai l’emozione del giorno della premiazione avvenuta qualche mese dopo in un Teatro Mancinelli stracolmo, venni chiamata sul palco, anche il mio racconto era stato scelto e venne pubblicato in un albo intitolato “I gatti nel Cielo di Orvieto”, che conservo ancora orgogliosamente nella libreria.
Oggi, 23 ottobre si festeggiano i cento anni della nascita di Gianni Rodari del grande scrittore, pedagogista, giornalista, poeta e partigiano italiano, specializzato in letteratura per l’infanzia e tradotto in tante lingue. Pochi sanno però, credo tra gli stessi orvietani, che la città di Orvieto è depositaria di un importante lascito di Gianni Rodari.L’associazione “Centro Studi Gianni Rodari”, fondata a Orvieto nel 1987, in seguito proprio alla prima edizione del “Premio alla fantasia Gianni Rodari – Città di Orvieto”, di quel 1984, è stato il primo Centro dedicato allo scrittore in Italia che oggi si trova presso il complesso di S. Francesco che ospita anche la Biblioteca Comunale “L. Fumi”. Custodisce un eccezionale patrimonio: la raccolta completa delle opere, le prime edizioni, le edizioni in lingua straniera, scritti e monografie su Rodari, un vasto archivio di documentazione, anche di progetti teatrali, foto, riviste e multimediali.Insieme ad altri amici orvietani appassionati di lettura e scrittura l’anno scorso, prima di questa grande emergenza Covid, si stava discutendo di organizzare ad Orvieto un festival letterario dedicato al grande autore, idea che si è stoppata sul nascere purtroppo, viso il perdurare di questa emergenza. ma non ci arrendiamo, oggi le parole dello scrittore devono essere un valore da riscoprire e un manifesto di incoraggiamento. Per usare le parole del grande Gianni Rodari:
Se io avessi una botteguccia, fatta di una sola stanza, vorrei mettermi a vendere sai cosa? LA SPERANZA!
Allora speriamo che questa “botteguccia” possa diventare un sogno che si realizza, abbiamo speranza nel futuro.