ORVIETO – Pino Tosini resta uno di quei cineasti coraggiosi che hanno saputo precorrere i tempi raccontando la realtà cronachistica della sua epoca. Nato a Reggio Emilia dove ha girato diversi suoi film, ha sempre prediletto tematiche forti all’interno delle sue opere cinematografiche ma senza scadere in sensazionalismi di maniera e restando sempre agganciato alla realtà sociale, puntando su una denuncia delle istituzioni come quella carceraria, Bocche cucite (1969), o quella manicomiale, La casa delle mele mature (1971).
Trasferitosi successivamente a Milano con la famiglia, nel 1978 Tosini decide di lasciare la grande città per trasferirsi in un luogo più tranquillo scegliendo Orvieto, “città con la quale aveva un legame molto forte anche perchè i miei nonni abitavano proprio nella località di Sugano“. spiega il figlio Pietro.
“Ricordo – ha aggiunto Pietro Tosini – che a 4 anni frequentavo il Collegio Lazzarini, dove poi successivamente è sorto l’Istituto d’Arte e fondamentalmente mio padre decise di venire a Orvieto proprio per iniziare una nuova vita culturale e poi c’era la grande comodità della breve distanza con Roma”.
Nel 1982 Pino Tosini gira proprio nella città del Duomo il thriller Una di troppo con Dalila Di Lazzaro e John Saxon, ma come ricorda sempre il figlio Pietro per Pino Orvieto aveva anche una grande valenza politica per il clima che si respirava all’epoca, un clima fatto di riscatto sociale.
“Se dovessi scegliere il film più rappresentativo nella filmografia di mio Padre – ha co
ncluso Pietro – sceglierei sicuramente Un prete scomodo (1975) con Enrico Maria Salerno sulla vita d
i Don Milani e La casa delle mele mature (1971), il quale anticipò anche Matti da slegare (1975) di Marco Bellocchio e Silvano Agosti, trattando il delicato problema degli istituti psichiatrici”.
Pino Tosini resta uno degli artigiani del nostro cinema di genere doverosamente da riscoprire, dopo il pregevole lavoro di rivalutazione avvenuto sulle pagine di Nocturno, un regista “scomodo” che meriterebbe una retrospettiva cinematografica proprio nella città di Orvieto.
(Valentino Saccà)