ORVIETO – Giornata di follia e violenza nel carcere di Orvieto, nella giornata di giovedì 3 settembre. Lo ha denunciato il segretario nazionale per l’Umbria del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE Fabrizio Bonino. Secondo quanto riferisce Bonino, “un detenuto italiano recluso nel carcere, per futili motivi legati alla possibilità di avere un colloquio con la dirigenza dell’Istituto, ha aggredito improvvisamente l’Ispettore Capo di Polizia Penitenziaria incaricato della Sorveglianza Generale”.
“L’Ispettore Capo – racconta il segretario – è stato raggiunto da pugni in faccia e in testa ed ha subito il tentativo, fortunatamente non riuscito, di un morso all’orecchio, prima che i colleghi riuscissero a bloccare il detenuto. Alla fine si sono contati quattro Poliziotti curati da subito dalla locale infermeria, di cui 3 hanno avuto la necessità delle cure de locale Pronto Soccorso, con prognosi che variano dagli 8 ai 30 giorni”.
“Nel caso di Orvieto, differentemente da altri istituti – denuncia ancora Bonino – va registrata la carenza e l’inadeguatezza, più volte portate all’attenzione del Ministero e del Provveditorato, dei vertici del carcere che, sommata al caos generalizzato diffuso in molti istituti della Repubblica, formano una miscela esplosiva per l’ordine interno e per la sicurezza del personale di Polizia Penitenziaria”.
Il Sappe torna a denunciare le criticità di Orvieto e chiede l’avvicendamento del Direttore e dei due funzionari di Polizia Penitenziaria, non in grado di tutelare e rappresentare il personale. Il Sappe è comunque vicino e solidale con i colleghi feriti, con i quali si complimenta per aver evitato conseguenze ancora peggiori e per l’abnegazione con la quale ancora riescono a svolgere la propria professione, nonostante la lontananza di chi li dovrebbe tutelare e rappresentare”.
Donato Capece, segretario generale del SAPPE, esprime solidarietà e vicinanza al personale di Polizia Penitenziaria in servizio nel carcere di Orvieto ferito e contuso ed evidenzia: “Quel che è accaduto, di una violenza inaccettabile, ci ricorda per l’ennesima volta quanto sia pericoloso lavorare in un penitenziario. Ogni giorno giungono notizie di aggressioni a donne e uomini del Corpo in servizio negli Istituti penitenziari del Paese, sempre più contusi, feriti, umiliati e vittime di violenze da parte di una parte di popolazione detenuta che non ha alcuna remora a scagliarsi contro chi in carcere rappresenta lo Stato.
E allora è mai possibile che nessuno, al Ministero della Giustizia e al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, abbia pensato di introdurre anche per la Polizia Penitenziaria ed i suoi appartenenti, per fronteggiare ed impedire aggressioni fisiche e selvagge, strumenti come quelli in uso a Polizia di Stato e Carabinieri, ossia pistola “taser” e spray al peperoncino? Rinnoviamo, alla luce del grave fatto accaduto al carcere di Orvieto, la richiesta di un incontro con i vertici del Ministero della Giustizia e dell’Amministrazione Penitenziaria per affrontare gli eventuali interventi da adottare, come ad esempio proprio le tutele da assicurare al personale di Polizia Penitenziaria in servizio”.
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