Anche nel 2019 l’Umbria ha ottenuto un primato per nulla gratificante, essere la regione a maggiore illegalità, con un valore di prodotti sequestrati di1.508.400,00 euro. Gli illeciti sono stati riscontrati nella sezione agro pirateria e soprattutto nel settore cerealicolo.
Il quantitativo di prodotto sequestrato è stato “solo” di 426.240,00 kg. Le violazioni accertate sono state rilevate di tipo amministrative nel settore oleario (6) e cerealicolo (2 amministrative 2 penali). Questi i dati che emergono dall’11 esimo rapporto sulle frodi agroalimentari in Italia 2020 redatto da Fareambiente. Altro settore oggetto di contraffazione è stato quello oleario con 21.000 kq di prodotti.
La Regione Umbria precede di parecchio le altre Regioni italiane, anche esse grandi produttrici di prodotti agroalimentari di eccellenza, e molto spesso coinvolte in operazioni di contraffazioni o illeciti nel settore agroalimentare. Queste attività delittuose comportano enormi danni all’economia esogena delle comunità. Una fotografia, quella che emerge dal rapporto, che non rende giustizia alle centinaia di persone che quotidianamente operano in tali settori, in quella che viene definita il polmone verde dell’Italia, afferma Anna Zollo Vicepresidente di Fareambiente e curatrice del rapporto.
Un primato per nulla piacevole per una delle principali regioni italiane orientate all’agroalimentare, famosa per le carni, i vini, formaggi, oli. Una regione costellata di magnifici borghi intrisi di cultura e naturalità che da anni perseguono una strategia turistica orientata al turismo enogastronomico, che potrebbe dover sopportare delle criticità a causa di pochi imprenditori (principalmente ma non sono i soli) furbi e che vogliono fare facili guadagni, continua la Zollo. È necessario conclude il Vicepresidente, professionalizzare i giovani a renderli consci dell’importanza dell’agroalimentare per la sopravvivenza dei piccoli borghi. Sempre più giovani, infatti, tornano alla loro terra subentrando ai nonni o genitori nelle attività, ma è necessario farlo con cognizione di causa senza improvvisazione. È fondamentale per chi vuole avvicinarsi a questo mondo frequentare istituti specifici quali quelli agrari. Nella provincia di Terni è presente l’Istituto Agrario di Fabro, che anche se giovane, ha avviato numerosi progetti e collaborazioni con enti e associazioni sul territorio per consentire una formazione il più professionale possibile .